Era da un po’ che mi ronzava in testa un viaggio verso i paesi ex-comunisti o presunti tali, prima dell’arrivo dell’Occidente, prima dell’Europa Unita e dell’EURO, prima insomma che i cambiamenti dell’economia in corso li snaturassero in un certo senso; da tempo pensavo in realtà a Bulgaria e Romania, poi, l’incontro con Triin, una collega proveniente dall’Estonia mi aveva fatto incuriosire; che cosa sapevo in realtà degli Stati Baltici?
Estonia, Lettonia Lituania dove erano, che storia avevano avuto, cosa si sapeva di loro, a parte essere terra di belle donne (cosa che Triin mi aveva confermato, ammiccando con i suoi occhi glaciali..)?
La partenza iniziale voleva essere da San Pietroburgo in Russia in direzione Ovest, ma problemi di visto e di presunta criminalità (dovendo viaggiare in bicicletta) ci avevano fatto dirottare su un percorso circolare dei tre stati, dove era sufficiente (condizione necessaria e sufficiente, vero Giorgia???) avere la carta d’identità valida ed un discreto inglese per poter viaggiare bene; racconti di altri cicloviaggiatori lungo la via dell’Ambra ci avevano fatto sognare, ed in poco tempo, trovato un volo ad un prezzo discreto ed anche un negozio dove noleggiare biciclette avevamo il viaggio già pronto.
Partiti da Malpensa (arrivati in treno naturalmente, l’idea di guidare fino a lì mi fa venire la nausea) atterriamo a Tallin un sabato sera verso le 22, che ancora ci si vede; noleggiamo un taxi per arrivare all’albergo e nella confusione del cambio euro corone già il tassista vuole fregarci, facendo 10 corone 10 euro; risolto l’inghippo e preso possesso della stanza, facciamo tappa ad un ATM dove Giorgia ritira un po’ di soldi; sarà qui o sul taxi che perde la carta d’identità? Chi lo sa, fatto sta che questo condizionerà tutta la vacanza, tra un andirivieni e l’altro dalla ambasciata italiana e con l’impossibilità di lasciare il paese fino all’arrivo di un nuovo documento.
Per fortuna Tallin è proprio piccola e ci si muove bene; mentre chiamiamo l’ambasciata al numero delle emergenze ci accorgiamo che la sede sta proprio dietro di noi, in pieno centro; chiarito il problema con gli addetti si capisce che purtroppo l’unica cosa è farci spedire il passaporto dall’Italia, visto che l’ambasciata non rilascia nessun tipo di documento alternativo.
Con il peso del non poter rientrare in Italia (male che vada mollo qui la Giorgia e mi porto dietro una sventola di queste, penso mentre l’occhio maschio comincia ad assuefarsi alle bellezze locali…..) ci godiamo i due giorni di soggiorno a Tallin, una città veramente splendida, incorniciata dalle sue splendide mura e piena di locali e ristoranti dove i prezzi sono abbordabili, seppur molto più cari dell’intera Estonia. E’ di scena un mercatino medioevale con tanto di saltimbanchi locali che allietano la pausa pranzo nella piazza principale; c’è un bel sole e fa molto caldo, le ragazze sono spesso vestite di bianco per difendersi dai raggi del sole, il che non guasta certo; dopo l’ennesima “stangona” che passa Giorgia decide di alzare bandiera bianca e dice: “Ci rinuncio, sono troppo belle!”; facciamo un giro sulla ciclabile lungo il mare; è domenica pomeriggio ed il sole al tramonto disegna giochi di luce sui campanili di Tallin; purtroppo le previsioni volgono al brutto e per la prossima settimana è previsto brutto tempo; poco male, anche l’avventura in bicicletta della Norvegia era cominciata sotto la pioggia ,e questa volta non abbiamo nemmeno la tenda, ma ci tratteremo signorilmente, visto il differente cambio della valuta.