Un giretto verso Nord, fino al confine con le Marche, dove scorre il fiume Tronto e si stende l’antica via Salaria. Prima foratura oggi: sono stato anche troppo fortunato fino a oggi, con queste strade. Stavo dietro un camion decidendo di sorpassarlo e non ho visto l’ennesima frattura di questo asfalto martoriato: puf! La solita pizzicatura. Per fortuna dopo poco ho trovato pure un negozio di bici molto ben fornito (Cicli Coccia Castel di Lama) dove per soli 4€ (gli unici rimasti) mi sono comprato una balla camera d’aria nuova della Vittoria. MI ha confermato il meccanico che anche da loro le biciclette sono pressoché esaurite e faticano ad arrivare dalle fabbriche. Una bella eredità lasciataci da questo COVID.
Poi mi sono diretto verso Grottamare, quel borgo arroccato sui monti che appare dopo una curva della A14, prima di entrare in galleria. Mi ha sempre affascinato e sognavo di trovare un paesino antico pieno di fascino. Invece gran casino, traffico, un lungomare così così. Me ne sono tornato a casa lungo la ciclabile, affollatissima viste le undici del mattino. Tra Marche e Abruzzo le ciclabili si fermano: per passare il fiume Tronto occorre risalire sulla SS16, tra camion e furgoni lanciati a velocità folli. Ci si ritrova tutti lì: cicloamatori, cicloviaggiatori con le borse, mamme coi bambini sul passeggino ad attraversare l’unico ponte. Voci dicono che è da anni che se ne parla: un peccato, una piccola mancanza per una delle ciclabili migliori mai viste.