E venne il giorno del tappone; ieri abbiamo sperimentato la vita dura dei professionisti; pranzetto dopo gara nel nostro albergo, riposino e poi via a farsi fare i massaggi prima del briefing; peccato che la ragazza che me li ha fatti sia stata anche troppo tenera, nonostante le dicessi di “calcare” a dovere…. sicché questa notte ho avuto ancora male ai polpacci da ieri.
Solito terrorismo al briefing; farà freddo, freddo ed ancora freddo e non ci saranno ristori ha sentenziato il capo guide; io parto con un litro e mezzo di sbobba, vedremo.
Speriamo che il Lele non mi tiri il collo oggi, penso mentre cerco di fare un po’ di allungamento nel bagno, non mi va di fare 4 ore di gara tutta in rincorsa…. 4 ore? Se va come ieri mi sa che sfonderemo abbondantemente le 4 ore…. 2800 metri, con la fatica di ieri nelle gambe… beh, NO CLAIMS si diceva, del resto mica ce lo ha ordinato il medico!
Si parte dall’altra parte della Valle oggi, verso la diga di Beaureguard che stanno demolendo di 52 metri (!) perché lentamente sta collassando sotto il peso della montagna; breve salita su strada forestale nel caos totale delle 350 coppie, poi si attraversa la diga e si sale a piedi un tatto; qui Daniele ed io ci perdiamo, lui pensa che io sia dietro, ma sono davanti e penso che lui sia dietro… morale, faccio la prima salita col freno tirato ed in cima lo aspetto; arriva incacchiato come al solito quando succedono queste cose e poi ripartiamo veloci. In realtà il ritmo blando della prima salita ci sarà utile dopo.
Seconda salita di 800 metri, con un passaggio in cresta; riesco ad accendere la GoPro proprio in cresta all’Arp Veille, peccato che il cielo si oscuri un po’ e non si veda nulla nel bianco totale; poi si comincia la salita alla testa del Rutor; si comincia a far sul serio, si raggiungono i 3500 e la distanza si fa sentire; esaurisco quasi i liquidi dividendoli con Daniele; in realtà le salite erano tutte al sole e non faceva neppure freddo… ci han fatto lo scherzetto anche oggi!!
Finalmente siamo in cima e ci aspetta una succosa discesa da 1900 mtri di dislivello; evidentemente abbiamo gestito bene la gara perché kle gambe sono a posto, al concentrazione c’è e ci tuffiamo in un mare di curve, curvoni ,curvette assecondando la neve ora molle, ora polverosa, ora pistata; riusciamo a recuperare posizioni ed arriviamo alla diga con la voglia di correre giù dal pendio e di rimetter le pelli per soli 75 metri che sono un vero calvario; ci molliamo giù a rotta di collo per l’ultima corta discesa e riusciamo a chiudere 100esimi esatti in 4h e 29′, non male!
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