Mountain Attack Saalbach – Scialpinismo 2025

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Praticamente il Sellaronda coi wurstel, e che wurstel!!!!

Trasferta in Austria per la gara dell’anno; sono belle le gare nervose, vicino a casa, come la Lunagaro o il Bondone Ski Raid, ma ogni tanto vale la pena alzare lo sguardo e puntare più in alto. E la Mountain Attack di Saalbach Hinterglemm è una di quelle gare pazzesche che conviene provare per dire… non ci tornerò!!!

… mai dire mai!!!!

La pian dopo Matrei in Ost Tirol verso il passo dei Tauri
L’entrata del tunnel: 5 km a dooppio snso: mi sa che in bici non c’è alternativa; 13,5 euro per le auto!!

2800 metri di dislivello per 25 chilometri di sviluppo su piste nere che più nere non si può; praticamente lo stesso dislivello del Sellaronda ma con quasi la metà della distanza: si fa presto a fare il calcolo delle pendenze. Se poi metti che arrivati in cima ci sono tanti tratti in cresta che quasi fai sci da fondo, il menu è servito: prima ti spacchi i polpacci su pendenze assurde dove cerchi di tenere tutto di braccia, poi ti sfasci i quadricipiti cercando di correre come non mai. Io ho optato per una paio di pelli nuove molto lunghe e sono riuscito a salire anche le pendenze più ripide, ma ho dovuto togliermi gli sci un paio di volte e, a ben vedere, probabilmente ho perso un po’ di minuti, vedendo i parziali.

Lo stile di vita austriaco anche nelle gare.

Austriaco fa rima con rigore; almeno dalle nostre parti. Valicare la frontiera del Brennero fa sempre paura a noi italiani; tra autovelox, multe per divieto di sosta, orari dei negozi e dei ristoranti limitati e rigidissimi mette in serio dubbio la nostra nochalanche nell’affrontare la vita: noi italiani, si sa, abbiamo una certa tendenza ad autogiustificare i nostri comportamenti, abbimao sempre una ragione per parcheggiare in doppia fila o fuori dalle strisce, per fare sorpassi pericolosi o in genere, per non stare alle regole. Non siamo cattivi in fondo, abbiamo sempre una giustificazione!

Saalbach con l’ultima pista di discesa

Invece su altri temi oltralpe sono molto più rilassati, direi scialli: in piscina non sono così ossessionati con cuffie, pulizia varia, gli spogliatoi sono quasi sempre misti, addirittura non spalano la neve su tante strade e sui marciapiedi! Praticamente il sogno di ogni sindaco nostrano, sempre alle prese con le proteste dei cittadini! Non parliamo poi dell’organizzazione delle gare: qui per partecipare a una gara del genere non servono certificato medico né tantomeno curriculum; non parliamo poi di materiale obbligatorio, alcun ila fanno senza zaino!

Pronti al via!

Basta ciance, e la gara?

La partena è nelle vie strettissime del centro storico di Saalbach: sembrava non ci fosse nessuno ma pian paino si irempie all’inverosimile; prima della partenza incontriamo Enrico (quell oche organizza la Fogada) con Righettini; scherzando mi dommandano se abbiamo i rampant e lì vedo lo sguardo di PAolino che si perde ne lvuoto: sarà veramente impossibile farla se nza?

Al via, nonostante la calca non c’è la fretta di altre gare; passiamo in mezzo al paese in scioltezza e in breve siamo sulle piste; alla prima impennata devio a destra facendo alcune zete, poi mi rimetto sulla pista e lì tolgo gli sci a vado a piedi per un tempo interminabile, finno al primo risalto dove riesco a mettere gli sci di nuovo. Ringalluzzito al bivio successivo tengo al sinistra su per il pendio infame che mi si present davanti: Paolino devierà a destra scegliendo una pista più agevole e alla fine mi rifilerà oltre tre minuti. Al primo scollinamento si tengono le pelli per una piccola discesa ; senza problemi noto che le mie, seppure nuove, sono velocissime. Si arriva al primo cambio, fine della Schatterberg Race, una delle tante gare in concomitanza che si svolgono oggi, e qui comincia il bello: la prima discesa è da paura, con pendenze folli e pista ghiacciata. Per fortuna non ci sono tanti dossi (le piste non vengono battute come al Sellaronda) per cui si mettono gli sci di traverso e si va giù, senza riuscire minimamente a rallentare! Al primo cambio sbaglio e finisco per prendere la gara Tour, che evita una salita. poi mi volto e torno indietro; qui bisogna abituarsi, non ci sono indicazioni, poca gente sul tracciato e anche i ristori sono poco presenziati, anche se sono molto abbondanti. La seconda salita non è così impossibile ma lunga, complice una deviazione perché il previsto tracciato non può passare sulla pista che sarà utilizzata per i campionati del mondo di sci alpino tra un mese. Ma la seconda discesa è ancora più pazzesca; adesso siamo completamente al buio e dobbiamo fidarci delle torce di quelli davanti perché non esistono praticamente segnali; cerco di mollarla un po’ di più e alla fine becco Paolino al cambio pelli. Facciamo al salita assieme fino alle parti più piane dove la mia esperienza di fondista ha la meglio; arriviamo all’ultimo passo e qui i pochi presenti ci dicono di scendere con le pelli; i fido vedendo tutti che continuano ma la pista in questo punto è veramente ripida; si guadagna troppa velocità e infatti cado malamente e batto il costato; capisco che qualcosa ha toccato, ma riparto e faccio gli ultimi metri di dislivello con rabbia: che senso ha fare una discesa così con le pelli rischiando tanto? Ultima discesa mollata a tutta con le ultime energie rimaste; chiudo in 3h e 45 minuti, circa un quarto d’ora più del previsto.

All’improvviso la magia!

Tagliato il traguardo ci si fa i complimenti a vicenda; i attaccano bottone un italiano, un tedesco (credo, dalla parlata) e un sloveno che mi raccontano i loro traguardi; sono contentissimi dei loro risultati sensibilmente inferiori al previsto; la magia dello sport popolare, dove con poco, e con molta fatica, si diventa fratelli!

Considerazioni finali sulla gara

Alla fine pasta party abbondante ma non di qualità (15 euro per mangiare a pranzo e cena, ma l’organizzazione non lo dice sul sito) però con birra Weizen a fiumi, anche senza alcool; nessuna pietanza senza glutine e nemmeno la raccolta differenziata. In sostanza un evento che si potrebbe definire sobrio oppure scarno, austero oppure grezzo, per veri dure oppure da selvaggi; a chi paice, a chi meno. Certo che se si pagano 90 euro (i primi, poi aumentano con i giorni di avvicinamento alla gara) si pretennde un servizio eccellente; magari potrebbero risparmiare sulle giacche dei membri dello staff( molto belle, differenziate per maschi e femmine) e investire qualcosa in più in sicurezza. Sarebbe bello tornare e fare un giro sule piste di giorno per capire

MOUNAIN_ATTACK_2025
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