Praticamente il Sellaronda coi wurstel, e che wurstel!!!!
Trasferta in Austria per la gara dell’anno; sono belle le gare nervose, vicino a casa, come la Lunagaro o il Bondone Ski Raid, ma ogni tanto vale la pena alzare lo sguardo e puntare più in alto. E la Mountain Attack di Saalbach Hinterglemm è una di quelle gare pazzesche che conviene provare per dire… non ci tornerò!!!
… mai dire mai!!!!
2800 metri di dislivello per 25 chilometri di sviluppo su piste nere che più nere non si può; praticamente lo stesso dislivello del Sellaronda ma con quasi la metà della distanza: si fa presto a fare il calcolo delle pendenze. Se poi metti che arrivati in cima ci sono tanti tratti in cresta che quasi fai sci da fondo, il menu è servito: prima ti spacchi i polpacci su pendenze assurde dove cerchi di tenere tutto di braccia, poi ti sfasci i quadricipiti cercando di correre come non mai. Io ho optato per una paio di pelli nuove molto lunghe e sono riuscito a salire anche le pendenze più ripide, ma ho dovuto togliermi gli sci un paio di volte e, a ben vedere, probabilmente ho perso un po’ di minuti, vedendo i parziali.
Lo stile di vita austriaco anche nelle gare.
Austriaco fa rima con rigore; almeno dalle nostre parti. Valicare la frontiera del Brennero fa sempre paura a noi italiani; tra autovelox, multe per divieto di sosta, orari dei negozi e dei ristoranti limitati e rigidissimi mette in serio dubbio la nostra nochalanche nell’affrontare la vita: noi italiani, si sa, abbiamo una certa tendenza ad autogiustificare i nostri comportamenti, abbimao sempre una ragione per parcheggiare in doppia fila o fuori dalle strisce, per fare sorpassi pericolosi o in genere, per non stare alle regole. Non siamo cattivi in fondo, abbiamo sempre una giustificazione!
Invece su altri temi oltralpe sono molto più rilassati, direi scialli: in piscina non sono così ossessionati con cuffie, pulizia varia, gli spogliatoi sono quasi sempre misti, addirittura non spalano la neve su tante strade e sui marciapiedi! Praticamente il sogno di ogni sindaco nostrano, sempre alle prese con le proteste dei cittadini! Non parliamo poi dell’organizzazione delle gare: qui per partecipare a una gara del genere non servono certificato medico né tantomeno curriculum; non parliamo poi di materiale obbligatorio, alcun ila fanno senza zaino!
Basta ciance, e la gara?
La partena è nelle vie strettissime del centro storico di Saalbach: sembrava non ci fosse nessuno ma pian paino si irempie all’inverosimile; prima della partenza incontriamo Enrico (quell oche organizza la Fogada) con Righettini; scherzando mi dommandano se abbiamo i rampant e lì vedo lo sguardo di PAolino che si perde ne lvuoto: sarà veramente impossibile farla se nza?
Al via, nonostante la calca non c’è la fretta di altre gare; passiamo in mezzo al paese in scioltezza e in breve siamo sulle piste; alla prima impennata devio a destra facendo alcune zete, poi mi rimetto sulla pista e lì tolgo gli sci a vado a piedi per un tempo interminabile, finno al primo risalto dove riesco a mettere gli sci di nuovo. Ringalluzzito al bivio successivo tengo al sinistra su per il pendio infame che mi si present davanti: Paolino devierà a destra scegliendo una pista più agevole e alla fine mi rifilerà oltre tre minuti. Al primo scollinamento si tengono le pelli per una piccola discesa ; senza problemi noto che le mie, seppure nuove, sono velocissime. Si arriva al primo cambio, fine della Schatterberg Race, una delle tante gare in concomitanza che si svolgono oggi, e qui comincia il bello: la prima discesa è da paura, con pendenze folli e pista ghiacciata. Per fortuna non ci sono tanti dossi (le piste non vengono battute come al Sellaronda) per cui si mettono gli sci di traverso e si va giù, senza riuscire minimamente a rallentare! Al primo cambio sbaglio e finisco per prendere la gara Tour, che evita una salita. poi mi volto e torno indietro; qui bisogna abituarsi, non ci sono indicazioni, poca gente sul tracciato e anche i ristori sono poco presenziati, anche se sono molto abbondanti. La seconda salita non è così impossibile ma lunga, complice una deviazione perché il previsto tracciato non può passare sulla pista che sarà utilizzata per i campionati del mondo di sci alpino tra un mese. Ma la seconda discesa è ancora più pazzesca; adesso siamo completamente al buio e dobbiamo fidarci delle torce di quelli davanti perché non esistono praticamente segnali; cerco di mollarla un po’ di più e alla fine becco Paolino al cambio pelli. Facciamo al salita assieme fino alle parti più piane dove la mia esperienza di fondista ha la meglio; arriviamo all’ultimo passo e qui i pochi presenti ci dicono di scendere con le pelli; i fido vedendo tutti che continuano ma la pista in questo punto è veramente ripida; si guadagna troppa velocità e infatti cado malamente e batto il costato; capisco che qualcosa ha toccato, ma riparto e faccio gli ultimi metri di dislivello con rabbia: che senso ha fare una discesa così con le pelli rischiando tanto? Ultima discesa mollata a tutta con le ultime energie rimaste; chiudo in 3h e 45 minuti, circa un quarto d’ora più del previsto.
All’improvviso la magia!
Tagliato il traguardo ci si fa i complimenti a vicenda; i attaccano bottone un italiano, un tedesco (credo, dalla parlata) e un sloveno che mi raccontano i loro traguardi; sono contentissimi dei loro risultati sensibilmente inferiori al previsto; la magia dello sport popolare, dove con poco, e con molta fatica, si diventa fratelli!
Considerazioni finali sulla gara
Alla fine pasta party abbondante ma non di qualità (15 euro per mangiare a pranzo e cena, ma l’organizzazione non lo dice sul sito) però con birra Weizen a fiumi, anche senza alcool; nessuna pietanza senza glutine e nemmeno la raccolta differenziata. In sostanza un evento che si potrebbe definire sobrio oppure scarno, austero oppure grezzo, per veri dure oppure da selvaggi; a chi paice, a chi meno. Certo che se si pagano 90 euro (i primi, poi aumentano con i giorni di avvicinamento alla gara) si pretennde un servizio eccellente; magari potrebbero risparmiare sulle giacche dei membri dello staff( molto belle, differenziate per maschi e femmine) e investire qualcosa in più in sicurezza. Sarebbe bello tornare e fare un giro sule piste di giorno per capire
MOUNAIN_ATTACK_2025