Il Bondone così non l’avevamo mai fatto: partenza da piazza Duomo una mattina di ferragosto, ra turisti assonnati e poi via come i matti; il primo cavalcavia di San Lorenzo preso a 3′ 30″ dietro i migliori, poi l’entusiasmo si spegne sulla salita della Ca’ dei Gai, dove tiro fuori i bastoncini che userò fino in cima..
Da Sardagna a Vaneze, lungo un percorso mai fatto, perdo parecchio terreno e mi superano in tanti, tra cui la prima donna, una ragazza che gareggia nella Coppa del Mondo di scialpinismo. In gara anche il padre, che arriverà terzo di categoria proprio davanti a me.
Non sono amante dei vertical, ma questa mi è piaciuta per l’idea di partire dal centro e arrivare in cima, per il percorso che è completamente nel bosco, lungo sentieri a me sconosciuti; a parte la divagazione verso il Montesel per accumulare dislivello e fare i 2000 m D+ tondi tondi, tutto molto beo.
Il Bondone mi ha stupito anche questa volta!
Bravissima Giorgia alla sua prima esperienza con tanto dislivello, anche se solo fino a Vason.
La gara è risultata poco partecipata, vuoi per la data, vuoi perché non è inserita in nessun calendario, vuoi perché quando si parla di 1000 m D+ e anche di più, la gente si fa un po’ spaventare; inoltre dopo due anni di stop sono riprese le gare dappertutto, e c’era concomitanza di altri eventi in provincia.
L’organizzazione, a cura di Dodi Nicolussi, un’icona del Bondone, è rodata ed efficiente ma slegata da APT di Trento di cui si è sentita la mancanza; forse unica pecca a mancanza di una navetta di rientro. Il giorno prima anche un riuscito convegno sulla donna nello sport snobbato dai più.