Siamo di nuovo qui in partenza, nella piana di Vaneze, arrivo delle piste del Bondone; tutti in fila, con tutine colorate, scarponi levigati e forati per il peso, attacchi artigianali fantascientifici e zainetti microscopici; eppure c’è un senso di relax, si scherza si ride; dietro di me Parolozzo e Fausto, con i quali scambiamo un pò di chiacchere….
A fianco a me scherzo chiedendo ad un tipo se ha un gancio per attaccarmi; “Non ci pensare nemmeno!” mi gela il sangue nelle vene….”Rilassati amico, stavo solo scherzando!” gli dico in tutta sincerità; poi viene dato il via e non ci si pensa più; si scatta così veloci che non riesco nemmeno a far partire il cronometro: lunga processione nella notte, davanti a me una fila di lampadine dondolanti nel buio, mi ricordano quelle cerimonie dei defunti in oriente.
Si sbuffa si suda, ci si sorpassa a vicenda a secona del terreno preferito; io so che sul ripido ho parecchie difficioltà e cerco di portarmi avanti sui falsipiani; a metà mi suona il cellulare nello zaino, e pensare che c’è gente che per fobie da classifica non se lo porta nemmeno, che dovrei dire io con tutto l’armamentario che ho dentro? “Talefono!” grido nel buio, tanto per stemperare la tensione, ma nessuno mi risponde.
Arriviamo sul Canalon e lì cominciano i miei problemi; sul ripido non vado proprio, mi sorpassano in parecchi; non capisco se sia per il passo troppo lungo che mi pesa sulle braccia e sulla schiena, oppure per le pelli tagliate troppo corte; a metà del Canalon mi fermo per prendere uno sci che scivola solitario nella notte; lo porgo al legittimo propietario che mi ringrazia; poi però mi sorpassa ingenerosamente, del resto era davanti mica per niente; mi vien da dire ” E che cacchio, ti ho preso lo sci almeno fammi arrivare davanti!!!”. Poi però penso che non ho bisogno di questi mezzucci (di un altro paio di polmoni sì però perché i miei sono ormai da buttare via….) e continuo imperrterrito fino in cima.
Braccia e schiena distrutte, le cronoscalate non fanno per me…
Classifica Finale