Minaccia vento in Val Martello, sede del Marmotta Trophy, sesta gara della Coppa delle Dolomiti e nientepocodimeno che Campionato Italiano a squadre: mettere o no il gilet? e le moffole cacciarle nello zaino?…. questi sono i dubbi ceh ci poniamo alla preparazione… uhm… picccole precauzioni che mi salveranno la vita!!!
Sono in squadra con Marco oggi; quest’anno sono più in forma rispetto a lui e mi toccherà dunque rallentare un poco, ma del resto le gare a squadre sono fatte per questo; al via gli chiedo se vuole fare il passo, lui mi stimola ad andare al mio ritmo e proverà a starmi dietro. Al via ci sono tutti i più forti; si vedono le tute arancioni dell’esercito, le nere delle campionesse bormine in un arcobaleno di colori. Partenza a razzo lungo la stradina; nel caos si vedono parecchi che perdono le pelli, qualche gancio staccato, e pensavo di essere il solo sfigato!!! Dopo un pò di svolte si esce nel bosco e d in un attimo siamo al tratto a piedi; piuttosto esposto, alla altoatesina non è previsto l’imbrago, anche se una certa esposizione lo richiederebbe; siamo tutti fermi, come al solito la davanti si nota qualche sciatore poco alpinista un pò indaffarato con le corde; gli uomini di controllo aiutano i più incerti, e noi ci guardiamo negli occhi; al mio fianco una bionda ragazza dei giovani: “Preoccupata per le avversarie?” le chiedo. “No, la vedo la davanti.” mi risponde tranquilla… neanche ventanni già qua in ghiacciaio a fare gare di scialpinismo…. dove ero io alla sua età? Pien de brufoli a fare il cameriere alle Barche…. ma questa è un’altra storia…
Ripartiamo in coppia; Marco è dietro di me e cerco di recuperare un pò; siamo in ombra e la temperatura punge; gobba dopo gobba risaliamo verso la Cima Marmotta, alternando ombre e luci; siamo al bivio per il percorso breve e saluto la biondina, noto Marco in preoccupante calo, e faccio l’elastico all’interno del gruppo; davanti a noi la serpentina si inerpica verso la Cima Marmotta; a fianco cominciano a scendere i migliori, la neve sembra dura ma buona a giudicare dalle velocità che fanno. Altro cambio con sci sulla spalle; siamo tutti un pò congelati, aiuto una ragazza con gli sci, vedendola piuttosto impacciata; non vedo Marco dietro di me, però qua è troppo freddo e salgo di corsa in cresta per ripararmi; al giro di boa i controllori mi intimano di fermarmi ad aspettare il compagno: obbedisco e mi rintano dietro un muro di neve mettendomi addosso tutto quello scarno materiale che ci si porta dietro in gara; la ragazza di prima aspetta anche lei la compagna; le infilo le pelli nello zaino vedendola in difficoltà; “Oggi esfoliazione gratis!” le grido per sdrammatizzare vedendo la guancia destra paonazza, ma forse non sente o sono io che con la bocca congelata bofonchio strane cose; ho anche l’occhio destro praticamente bloccato dal ghiaccio. Marco ancora non arriva, comincio a preoccuparmi, mi sembrava dietro a pochi metri, dove sarà finito? Dopo interminabili minuti si fa vivo visibilmente provato, lo accompagno lungo la cresta verso la partenza della discesa, ma il vento è così forte che fatico a tenermi in piedi con gli sci che fanno da vela; Marco si rintana per proteggersi dal vento e dal ghiaccio sparato in faccia, lo esorto a proseguire; gli metto gli sic ai piedi e lo faccio scendere dietro me; appena allontanati dalla cresta si sta decisamente meglio, anche se le gambe sono ghiacciate; la neve è buona, portante che sembra di essere in pista, si scia piacevolmente fino al cambio pelli. Cavoli, non fossi in gara mi starei godendo proprio una bella gita!!!! Al ristoro beviamo qualcosa di caldo; mi domando come facciano con questo vento a stare qua ad aspettarci.. Marco vorrebbe ritirarsi, ma lo esorto a continuare; pian piano ci avviamo verso il passo sotto il Madriccio; la salita è lieve ma lunghissima, si dipana su una serie di dossi affrontati senza nemmeno una zeta; ogni tanto una stazione di controllo numerata con un controllore rintanato in una trana scavata per proteggersi dal vento, sembra proprio una via crucis questa! Siamo tutti stanchi e le coppie si rincorrono sul ghiacciaio a ritmo lento; una coppia mista ci raggiunge; lui traina lei con una corda, e con passo regolare lentamente se ne vanno; arriviamo finalmente al cambio pelli; mi tolgo i pantavento che mi ingombrano in discesa, inoltre il vento è cessato; Marco sembra stare bene e ci fiondiamo giù per l’ultima discesa; che spasso, neve dura come in pista, si fanno velocità folli!!! In breve siamo alla stradina per l’arrivo, Marco si è ripreso e la molla proprio bene, io ho i miei soliti problemi sullo stretto ma cerco di seguirlo fino in fondo… bravo che non hai mollato!