Secondo giorno nel Primiero, di nuovo in sella; dopo la “scampagnata” sul Monte Pavione di ieri ho ancora qualche acciaccio, dovuto alla caduta, ed un piede mezzo storto; per fortuna il dopo gita è stato più piacevole: ho trovato un ragazzo che mi ha indicato il negozio di bici “Cicli Bettega” che gentilmente in un paio d’ore ha messo a posto il mezzo.
Per di più abbiamo assistito ad una degustazione gratuita di Spumante e di Teroldego promossa dalla Trentino S.p.A. ad uso e consumo dei turisti…..e noi che trentini siamo, siamo forse da meno? Mi ha fatto un pò specie sentire parlare in toni così entusiastici della “specificità” della terra trentina, della varietà dei microclimi, della capacità della gente di montagna e di tutte le gigiate che si trovano nei depliant del Trentino, però i vini assaggiati con un sommelier a fianco hanno tutti un sapore diverso.
La sera poi c’erano le selezioni in piazza a Fiera della concorrenti regionali per Miss Italia; lo spettacolo era quello che era, però le ragazze erano proprio carine…. ed un gruppo di ciaciaronni romani al mio fianco sottolineava con urli ogni sfilata.
Vabbé pedaliamo che è meglio: scelgo la strada per San Martino di Castrozza che si dipana facile facile fino alla località turistica; trovo un pò di gente in bici, e poco traffico; sono le otto del mattino ed i turisti sono ancora sonnacchiosi; del resto oggi è previsto brutto tempo e già pioviggina; arrivo a San Martino prima delle dieci e sembra che abbiano aperto le gabbie; gente ovunque, tutta rigorosamente in completo da trekking o da hiking, al seguito dell’animatore di turno che ciondolano tra una bancarella e l’altra in file lungo il sentiero; non è questo il posto dove fermarsi a mangiare qualcosa; salgo lungo la strada sterrata seguendo il segnavia 368 per Malga Tognola facendo slalom tra decine e decine di persone: alla prima salita rimango da solo, anche la guida di mountain bike che accompagna un gruppo fa un giretto attorno al paese a bassa quota e svolta a sinistra. Raggiungo un gruppo di tedeschi al ponte della Val Cigolera in viaggio da sei giorni da Monaco di Baviera; sono impegnati nella Transalp e sono entusiasti dei posti attraversati; mi arrangio con quel che so di tedesco e ci si fa un pò di compagnia. In breve siamo a Malga Tognola; mi fermo a bere un thé caldo sulla terrazza; fa ancora brutto tempo ed è fresco; il gruppo di tedeschi si è appartato dietro la Malga Tognola a discutere sul sentiero che vorrei fare anche io fino a Valsorda; di colpo poi vedo una ragazza del gruppo che gira l’angolo e, credendo di esser al riparo dai suoi connazionali, si china per fare pipì in mezzo al prato, non accorgendosi di esser a 20 metri dalla terrazza!!! Un mormorio di disapprovazione scuote i turisti, certo che anche in posizione poco edificante rimane comunque una bella ragazza……
E’ tempo di partire per il sentiero della giornata: il 352 che scende fino a Caoria; speriamo che non sia come quello di ieri!! Trovo i tedeschi un pò indaffarati nonostante le pesanti bici da freeride; li saluto e procedo oltre per godermi il sentiero. Arrivato a Casina Valsorda un dubbio mi prende; salire fino a Forcella Valsorda o scendere direttamente a Caoria? Sarei un pò stanco da ieri, ma visto che sono qua, pian pianino…..
La strada per la malga Valsorda Alta è piacevole e tranquilla; ci sono greggi di pecore in recinti improvvisati; spero di incontrare qualche pastore ma non trovo nessuno, nemmeno alla malga; ora si spinge fino alla Forcella, ma il panorama ripaga di tutto. Ci sono alcuni cavalli liberi, mi avvicino ma uno di loro sembra un pò agitato per un puledro nelle vicinanze; meglio proseguire; più sotto incrocio un branco di muli che tranquillamente e ben più timidamente si fanno da parte; quasi quasi mi vergogno di averli disturbati nel silenzio assoluto della montagna.
Il sentiero 347 per la Val Zortei fino a Zortea è una mulattiera in picchiata che mette a dura prova braccia e gambe, sempre in fuorisella; per non parlare dei freni che cigolano in continuazione; a Zortea mi merito una pausa in un ristorante che alle tre di pomeriggio mi sforna due etti di pasta ottimamente condita: ora traverso in quota verso il Passo della Gobbera e poi giù verso Imer; per oggi di sentieri ne ho abbastanza e quello verso il Santuario lo lascio ad altre giornate.
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