Eccoci di nuovo qui dopo l’infausta avventura del Bernina diretti verso il {it:Grand Combin}; si parte con più tranquillità, potendo contare su una mezza giornata di svacco per la valle di Fionnay prima di salire alla Cabanne Panosiére; con nostra sorpresa pur essendo in Svizzera non riusciamo a spiaccicare una parola; in questa valle infatti si parla francese, ed abbiamo difficoltà a farci fare dei panini; era da tempo che non mi sentivo così impedito con le lingue, purtroppo in questo paesino non parlano né tedesco né inglese.
Dopo aver percorso circa 400 metri di dislivello dal paese di Fionnay, pensando al più ed al meno come al solito mentre si cammina, mi viene in mente di accendere il GPS, ma dove l’avrò messo??? Nella mente si fa strada una sola ipotesi….il tetto della macchina, il solito posto dove nessuno vorrebbe mettere nulla ma dove alla fine qualcosa si lascia sempre. Beh, chi non ha testa abbia gambe dice un vecchio adagio, ed allora parcheggio lo zaino e mi fiondo verso valle, dove con mia grande sorpresa trovo il mio strumentino proprio sul tetto dell’auto; sarebbe stato troppo perdere anche questo, visto che l’altro l’avevo lasciato al parcheggio della Val di Vizze. Rientro in fretta verso la Cabanne Panosiére dove raggiungo Gianmarco e Luca, quasi al tramonto.
Il temop di schiacciare un pisolino e di fare qualche foto al tramonto sulla vetta del Grand Combin, discutendo della corretta via di salita; da tempo non si fa più il Corridor, poiché tropo pericoloso; ci si tiene sulla destra, e faremo così anche noi, con la possibilità di effettuare la salita sulla parte ancora più a destra. A il colmo è sedersi con tre ragzzi venuti da Trento; si tratta di Luca Molinari (autore anche di alcune delle foto della galleria) con due amici; ci spartiamo il menu comprensivo di una discreta bistecca di manzo; la mattina dopo faremo la salita assieme.
La mattina partiamo di buon passo con Luca in gran spolvero; mette giù una marcia da Sella Ronda che ci fa attraversare il pianoro glaciale in poco più di un’ora, e siamo sotto la parete all’alba; lo spettacolo è meraviglioso e ci prepariamo la pezzo più ripido sotto i seracchi; saliamo con gli sci sulle spalle vista la pendenza e la neve portante; l’unico tratto delicato viene risolto da tutta la fila di alpinisti con tranquillità. Con nosta sorpresa appena giunti sul plateau sommitale avvertiamo il vento fortissimo che ci accompagnerà per tutta l’ultima aprte della salita, abbassando non poco la temperatura; mi vesto con i sopraguanti ed i soprapantaloni per la salita (!) e fino in cima mi isolo dal mondo circostante fatto di neve e ghiaccio per raggiungere la cima. Qui abbiamo giusto il tempo per togliere le pelli dagli sci, fare due foto in lontananza al Cervino ed al Bianco prima di congelarci ed iniziamo la discesa; in auto al rientro troveremo un paio di scialpinisti ce ci racconteranno di aver trovato le stesse condizioni sul Bianco.
Non riusciamo proprio a goderci la discesa, siamo mezzi congelati e sul tratto ripido sotto i seracchi dove dovremmo divertirci ci troviamo impacciati e rigidi; una volta tornati sul ghiacciaio il sole tornerà a splendere e di colpo sarà un caldo infernale, il giusto finale per una buona birra alla Cabanne!!