Mannaggia l’informatica….e mannaggia a me quando la ho scelta…..
Ero d’accordo con Andrea il cuoco e con Ranieri dagli occhi di ghiaccio per andare a vedere la tappa del Giro d’Italia a Pampeago, aggiungendoci qualche salitina sfiziosa….ed ecco che alle otto di mattina mi squilla il telefono che tutto è incastrato in sala server…..merda di un SQL server….
Dopo due ore di smadonnamenti ed interventi inutili risolviamo il tutto riavviando brutalmente un SQL server che mi incastra tutto il complesso…il dubbio di aver fatto qualcosa di drastico e poco ortodosso mi resterà….fatto sta che la situazione torna alla normalità in poco tempo e posso correre dietro ai miei colleghi.
Li becco a Moena in paizza, che si sbafano una lauta colazione; il tempo di smontare dall’auto e di salutare Giorgia che salirà a Pampeago da sola ed eccomi in sella. A Vigo svoltiamo per il Costalunga, salita inedita per me; sono ancora nervosissimo e continuo a mulinare sui pedali come un matto; lo Chef mi invita alla prudenza…l’azzurro degli occhi di Ranieri si ta lentamente spegnendo sulle (poche) rampe del passo. In cima fa parecchio freddo; ci vestiamo come in inverno e poi giù verso il lago di Carezza, Nova Levante, Nova Ponente inseguendo Ranieri scatenato; non mi trovo proprio in discesa sulla bici da corsa, preferisco il fuoristrada dove riesco a fare la differenza.
A Ponte Nova velcoe cambio d’abito e si riparte per il Passo Lavazzé; le prime rampe sono micidiali, non ho ancora cambiato il pacco pignoni e dopo un chilometri sono già sul 39×23, gosh! Al ponte sul torrente la strada spiana e riprendo a mulinare; al passo mi rifugio nel bar ad aspettare i colleghi.
Questa volta un bel cappuccino ed una Sacher ci vogliono proprio; chiamo mio padre per sapere dove sono i girini; mi conferma che sono ancora sullastrada per Vigolo, e che c’è in fuga un gruppetto con Bettini e Sella; ce la faremo a fare Pampeago mentre i girini fanno il Manghen???
Certo! Soprattutto con il 23!!! Le rampe di Pampeago sono micidiali, e poi non c’è nemmeno una curva! Meno male che lungo la salita sono accampati i soliti tifosi ocn striscioni, vino, braciole a non finire; è proprio il Giro d’Italia! I migliori sono quelli di Marzio Bruseghin, che sta andando proprio bene; sono tutti con un cappello da asino, come gl ianimali ceh alleva il ciclista veneto.
All’arrivo mi fanno uscire dal tracciato, sta arrivando la carovana del giro, una accozzaglia di Bulli&Pupe scampati al Grande Fratello che provano un improbabile balletto scenografico con il freddo che fa; mi vien da pensare che l’unica cosa che dovrebbero fare è di essere al tempo ma proprio non ci riescono…va beh! Almeno c’è qualche bella ragazzza e non solo polpacci muscolosi.
Aspettiam ocon ansia davanti all’arrivo, seguendo usl maxischermo il dipanarsi della tappa; Sella va come una moto, dopo il MAnghen in solitaria si lancia sulle rampe di Pamepago; incedibile come va, no nperde un minuto dagli inseguitori; viene su con il 23, come il sottoscritto, solo che a velocità doppia, e trionfa in solitudine.
I “campioni” fanno i giochini e nessuno riesce veramente a fare la differenza; rrivano un pò sgranati, un pò in gruppeti con qualche scatto; la gente incita il proprio beniamino, sperando di vedere una luce in fondo agli occhi cerchiati di sudore, sporco e pioggia.
Bettini viene osannato da tutti; Simoni pure; Contador sarà maglia rosa ma non lo nota nessuno.
Al rientro da Pampeago mi si affiancano due ritardatari, uno della BarloWorld ed uno della Navigare (credo); uno fa all’altro: “Oh, oggi ci hanno dato 42 minuti!”.