La scarsità di neve di questo ennesimo inverno caldo e secco ci porta nell’unico posto dove si possa skiare: le dolomiti di Brenta.
Gianmarco e Parolini dopo passo Grosté verso Cima Roma; sullo sfondo le piste di Folgarida e il Cevedale
La val di Tovel, a sinistra la Pietra Grande
Rientro su Bocchetta Camosci da sud; molto, troppo caldo
La sciata migliore dell’anno a Bocchetta Camosci
Mi sa che sarà anche l’ultima sciata o quasi; oltre all’inverno caldo e secco, al polso battuto a metà dicembre che mi fa ancora male (ho sciato tutto il giorno con il tutore), si aggiunge la positività al COVID-19 che mi sono beccato il giovedì. Non ne sono sicuro, ma sicuramente la birra che i miei compagni hanno voluto bere al Graffer in mezzo alla bolgia da concerto rock di gente senza mascherina non è stata una buona idea, anche se io risulto l’unico contagiato.
MI sono proprio divertito a respirare un po’ di aira buona, e, nonostante lo scarso allenamento di questi ultimi mesi (contratture a nastro, polso rotto, ecc…) riesco ancora a cavamela decentemente; sono però lontani i tempi in cui qua ci venivo in bici da casa oppure facevo gare! Oppure ancora non mi fermavo sotto la cima ma sul Grosté ci andavo picozza e ramponi.