Scialpinismo come una volta.E per fare scialpinismo come una volta ci vogliono gli scialpinisti di una volta. Quelli che amano battere traccia. Quelli che rispettano le distanze di sicurezza e non mangiano le code dei compagni di gita per paura di essere svergognati al bar con un laconico “Te me parevi un po’ strac ancoi?“. Quelli che lasciano a chi ha tracciato tutto il giorno il piacere di lasciare per primo la propria firma sul bianco manto. Quelli che non rovinano la traccia d’altri e nemmeno la traccia di salita.
Strano trovarsi oggi da soli su questa cima dopo una discreta nevicata. Strano non trovarla già tracciata da qualche tutina speed. Probabilmente erano tutti a smaltire le fatiche del Vioz di ieri sera. Così con KarlHeinz e David siamo partiti dai primi masi di Ingegna, frazione aggrappata ai ripidi pendii sopra Pracorno in Val di Rabbi. Partenza degna del miglior itinerario dell’Alto Adige, zig-zagando tra masi e stalle, alcuni ben rifiniti, altri diroccati, in attesa di qualche investitore capace di risolvere dispute tra eredi.
Alla Malga Cortinga Bassa notiamo un certo distacco spontaneo di neve; d’accordo che sul metallo del tetto non c’è molto attrito, ma ci mette in guardia; per fortuna le temperature molto basse (- 10° C) dovrebbero garantire una certa stabilità.
Dopo Malga Cortinga Alta si apre il bosco; la visibilità non è buona, per cui traccio in neve abbastanza profonda come mi viene; mi rendo conto solo dalla fatica che sto facendo che salgo, perché tutto intorno a me il whiteout annulla le pendenze. Ne viene fuori però una discreta traccia fino al Passo de l’Om, che raggiungo pensando di essere sul percorso giusto invece è proprio a metà tra Cima Lac e Cima delle Mandrie e vicino a Cima Lainert, tutte salite quando c’era neve!
Optiamo per la prima e per i suoi invitanti pendii, e poi festa di curve.
Ripellata seguendo la traccia fino al Passo de l’Om e poi variante di discesa su prati aperti fino a malghe invitanti.