Oggi abbiamo inventato un nuovo sport: TRENATHLON!
Prosegue l’esplorazione cicloalpinistica delle montagne dei dintorni, byfairmeans come direbbe Sir Edmund Hillary, oppure skilocal come sta lanciando Ortovox sulla sua pagina Facebook; poiché non ho le gambe di Nico Valsesia o più semplicemente di un Forni, ma anche perché a me non interessa fare l’impresa (l’alpinismo eroico è morto si sa, e anche quello moderno non se la passa piuttosto bene…) un pezzo lo devo fare in treno.
Alle 6: 41 puntuale il Minuetto di Trenitalia mi preleva alla stazione di Calceranica.
Sul treno devo cercare il bigliettaio (che comunque mi aveva visto dalla cabina di guida con la bici in attesa, forse era un po’ addormentato…) per pagare: sono 5,50 € fino a Strigno. C’è gente a bordo e altra ne sale a Borgo, diretta in Veneto. Nessuno bada a me, tutti assorti nei propri pensieri: potrei essere in una tranquilla metropoli del nord, dove si vedono ciclisti intabarrati salire con la propria bici sul treno.
Arrivato a Strigno mi avvio pedalando nella gelida mattina valsuganotta: fa molto freddo, c’è una bellissima luna ma meglio usare la lampada: poche auto di sciatori dirette al Brocon mi sorpassano: un camper mi sorpassa, poi fa marcia indietro e incrociandomi mi chiede se la strada sia aperta fino al passo!
Arrivato a Pradellano devio a sinistra per Drio Silana: è un po’ più breve e non dovrei incrociare auto.
A Malga Sorgazza l’amara sorpresa: il locale è chiuso! E sì che l’avevo chiamato mercoledì per dirgli se mi lasciava tenere la bici! Meno male che nel dubbio il lucchetto (700 gr.) l’ho portato. Attacco la bici al recinto e parto alla ricerca di Capitan Romanese: arrivato in auto in anticipo si è un po’ avvantaggiato,
Adesso fa molto caldo, ma la neve è molto ghiacciata, meglio mettere i ramponi per aggirare il costone; una banale scivolata qua si porta via tutti i sogni in un colpo solo.
Dalla cima non siamo scesi con gli sci: troppo pericoloso il vetrato in cima. Li abbiamo messi 100 metri sotto per traversare verso la “Forzeleta”.
Dalla “Forzeleta” belle curve su firn: ormai sono le 13 e il sole ha cotto a puntino la neve. Bisogna stare molto attenti a tanti tratti di vetrato, ricoro del dicembre quando ha piovuto ad alta quota per poi gelare: la neve successiva è solo un debole strato ingannatore. Attorno al rifugio Brentari ci sono ampie distese pericolossisime.
Ho fatto le corse in bici per rientrare in tempo per il treno delle 16 ,visto che ormai, con la sosta ristoratrice alla Malga Sorgazza, avevo perso quelle delle 14. “Tanto è tutta discesa!” mi ha detto Capitan Romanese, ma chi va in auto non sa che la strada non è mai piana in bici, ed anche una risalita al passo della Forcella o a Bieno può portare via molto tempo.
Mitico Giuliano!!! Gite TOP che si ricordano per tutta la vita! 😉