Prosegue l’esplorazione del territorio con la mia nuova Gravel Merida; si tratta in realtà di rifare tanti percorsi conosciuti, da me o attraverso le innumerevoli sessioni di allenamento della MTB Oltrefersina di questi anni in chiave gravel . Come già sapevo e come già ho detto, il gravel è uno stile di vita, un mood che non ammette obiezioni: quello che si fa con la gravel è circondato da un’aura di misticismo che non ammette obiezioni. Poco importa se è più lenta su strada, se è più scomoda in fuoristrada; un po’ come chi ha l’Apple , o chi ha la Tesla: è un altro modo di pensare. Ne avevo già avuto assaggio al BAM che avevo visitato con la famiglia in giugno.
Peraltro devo dire che averla resa tubeless ha migliorato nettamente la guidabilità su sterrato, e su asfalto non si notato peggioramenti, ho persino sverniciato uno stradista sulla salita di Piné!
Mi sono ritagliato un percorso lungo il perginese e i laghi diretto a Fornace, e ne è venuto fuori un bel giretto rilassante, fuori dal traffico e dal caos; forse non serve nemmeno tracciare continuamente piste ciclabili ma sfruttare le infrastrutture esistenti; il territorio è pieno di vecchie strade da riutilizzare.
Le gare di LAvis erano combattute e divertenti; mi ricordo che nel 2017 Lele, Paolo e io avevamo vinto le tre categorie M5, M4 ed M3: bottino completo per l’Oltrefersina MTB!
Certo che se la gravel è riflessiva, con la mountain bike ci si diverte di più; passando qui in giugno ci eravamo divertiti con Bicio a fare qualche sentierino nuovo.