Stavolta ero venuto per vincere la mia categoria…. sembrava fatta apposta per me, l’under 40 contemplava anche quelli del 1972, laddove in altre organizzazioni ci danno già dei 40 enni…… invece non saltano fuori due dalle Cannondale 29 a rovinarmi la festa???? Onore al merito di chi va di più dunque, anche se qualche recriminazione contro la sfortuna ce l’ho comunque.
Rispetto a [intlink id=”1341″ type=”post”]due anni fa[/intlink] arrivo più convinto e preparato; non c’è Giorgia, allora sul finire della gravidanza di Bianca Maria, ma ci sono i compari del CC Senza Freni, in gruppo da quattro, l’amico Fausto e soprattutto Giuliano il saggio, che dovrebbe fare da team manager in attesa del suo rientro alle gare.
Fa un caldo infernale proprio come due anni fa; il percorso è lo stesso, con quel malefico tratto di radici senza traiettorie che mette a dura prova un pò tutti.
Cerco di partire piano questa volta, ma allo start mi faccio prendere dal gruppo e mi accodo di buona lena a quelli davanti; i primi giri sono ingolfato, come al solito prima delle gare di endurance cerco di riposare con il solo risultato che ci vuole una buona oretta perché le gambe si ricordino cosa vuol dire andare in bici. Sto con Fausto che parte veloce…. troppo veloce, i primi giri siamo sui 13 minuti.. .secondo i miei calcoli non ce la faremo mai a finire così. Faccio due chiacchere con lui, spiego che stiamo adando troppo forte…. poi dopo la prima ora Giuliano dal bordo mi dice che il primo di categoria è davanti a me di pochi minuti ed allora mi parte l’embolo e parto alla caccia dell’avversario.
Lo prendo dopo poco e senza farmi notare lo passo, cercando di seminarlo un pò senza strafare.. poi mi accuccio sul mio ritmo e proseguo; troppo forti, abbiamo fatto 9 giri in due ore, la media prevista era di 8, vediamo di non scoppiare
Le ore sono tante, i giri pure, ogni tornata si cerca di affinare la curva, regolare la salita per perdere il meno possibile; ogni tanto passa qualche team amico che mi incita ed allora mi accodo per seguirlo, risparmiando un pò il fiato. Mi raggiungono prima Bresciani e poi Apolloni, i due leader che si stanno contendendo la corsa; riesco a regggere il loro ritmo, ma sono un attimo fuori giri, è meglio lasciarli andare; per la cronaca Bresciani lascrà alla quinta ora con la media migliore. Apolloni invece un missile fino alla fine.
Di colpo passo in classifica dal primo al secondo posto, come è possibile? Il tipo al comando era stato erroneamente inserito in una altra categoria, ed ora viaggia dvanti a me di un giro intero… mannaggia. Giuliano mi dice di non strafare, i suoi tempi sono sensibilmente inferiori ai miei.
Alla quinta ora succede il patatrac: buco dietro in un tratto in discesa lontano dalla zona cambio; mi raggiunge Luca del CC Senza Freni e gentilmente mi da il fast, che non serve a nulla in quanto ho preso un bel chiodo che ha fatto un buco non riparabile; per fortuna al termine della discesa, affrontata ad andatura pedestre, trovo Giuliano che in un batter d’occhio mi da la sua ruota; peccato che sia una con pacco pignoni da 10 e mi continua a saltare la catena; un giro d’inferno, i tempi salgono; al giro dopo Giuliano mi da la ruota di scorta che per qualche motivo fa saltare la catena pure questa. Accidenti, dopo un primo giro in 22 minuti, ora uno a 17 ed uno a 18… sto perdendo tempo ed il terzo in classifica mi passa senza che io me ne accorga; dop un altro giro lento finalmente il buon Giuliano mi ridà la mia ruota con camera e posso ripartire. Faccio un giro veloce (per quanto si possa dire veloce dopo oramai 6 ore di gara), un altro e poi mi accorgo che le energie stanno finendo; nella confusione con il mio Team Manager gli allungo la borraccia e lui non ne ha una di ricambio, faccio due giri senza rifornimento ed intorno alla settima ora mi fermo; devo recuperare; mangio, smonto dalla bici e mi siedo; mi vien voglia di mollare, succede sempre così quando si esauriscono le energie; prima ancora che alle gambe bisogna pensare alla testa, che senza più redini vaga incerta sul da farsi; per fortuna al mio fianco ho Giuliano che mi consiglia di continuare; il vantaggio sul quarto è considerevole e posso concludere la gara così. Riparto rinfrancato e incurante dei suoi consigli riprovo l’aggancio al secondo gradino del podio; purtroppo non avevo fatto i conti con lo strapotere delle 29 pollici sui tratti vallonati: lo riprendo in salita (è insospettabilmetne lento) ma appena la strada spiana molla un paio di rodini e parte a tutta, per non parlare della discesa, dove nonostante mi impegni ha troppo vantaggio; è una lotta impari, lo lascio andare vanti e mi accontento fino alla fine del terzo posto di categoria e quinto assoluto.
Bravissimo anche a Fausto quinto di categoria e decimo assoluto alla sua prima endurance.