Alla fine sono riuscito a farla in versione completa la Marathon; dopo la scelta del [intlink id=”144″ type=”post”]2008[/intlink] verso la versione corta, dopo averla fatta tutta sotto la pioggia nel [intlink id=”1300″ type=”post”]2010[/intlink] con un ultimo tratto tagliato.
Finalmente sono passato da Cueli Liberi, un nome che è tutto un programma, che sa di libertà e di ribellione, un agglomerato di case di sbieco sul pendio, né di qua né di la.
‘n grop de casse insomma, dove una volta all’anno passa la 100 Km dei forti; la GranBike infatti ci passa solo di striscio.
Forse sarebbe stato meglio prepararsi un pò meglio no? Invece ci sono arrivato saccentemente pensando che una gara di 4 ore la potevo reggere con ritmi alti, oramai abituato ad Endurance di 6h come quella della settimana scorsa. Invece vuoi per il lavoro, vuoi per la partenza della famiglia per il mare mi sono presentato un pò raffazzonato, burlone, in ritardo, facendo errori grossolani come dimenticare il chip in partenza (a proposito, quei furbacchioni di Winning Time me lo avevano venduto come duraturo invece oltre ad averlo pagato adesso occorre spendere 5 € all’anno per tenerlo attivo…. non ho parole) o dimenticando i carbogel.
Quindi nella seconda parte di gara, quello con la salita in comune con la Gran bike mi si è proprio spenta la luce; mi sono trascinato a fatica fino in cima; lentamente le prime donne che avevo lasciato indietro tempo prima mi hanno ripreso tutte; passa anche la Paolazzi che gentilmente mi saluta. In cima verso i Francolini finalmente il ristoro; mi abbuffo di pane e marmellata come fossi a colazione, ed intanto passano e passano concorrenti.
Riparto piano, con dei brividi di freddo, probabilmente con le forze ero al lumicino.
Piano piano tornano le energie e nella discesa verso Cueli Liberi (veramente indiavolata, e senza nessun operatore di soccorso) recupero parecchie persone; si risale ora verso San Sebastiano e, corpo di mille crampi, vedo il Biasioli che mi saluta fermo alla fontana….. “Ma che ci fai qui?” domando “Crampi, gara finita!” mi grida.
Invece io comincio a stare bene e scendo verso Carbonare in un blitz; non ho bisogno nemmeno dell’ultimo ristoro, mi tuffo come un demonio nei sentieri verso Lavarone, salto radici, buche e sassi con la smania di recuperare; la seconda parte della 100 Km è praticamente una gara a sé stante, con tantissimi single track; chiudo appena sopra le 4 ore, peccato, quelli con cui ho fatto parecchi km sono arrivati un quarto d’ora fa…..