Ciclabile del Mincio E BAM!

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E’ da un po’ che volevo fare un salto a veder quegli scappati di casa al BAM (Bicycle Adventure Meeting di Mantova), e pensandoci e ripesandoci, non mi ero reso conto che quest’anno sono arrivati alla decima edizione. Saltato il programma di educazione al cicloturismo dei boci per l’incidente in montagna sui Bureloni, (avevo previsto di andare al mare in bici in tre giorni) ho ripiegato sulla possibilità data dalla ciclabile del Mincio, da tutti ritenuta una delle migliori in Italia.

Ne è venuto fuori un bel giro, impegnativo per i ragazzi, monotono solo nella parte da Valeggio in poi.

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Alle sette di mattina i ragazzi sono pronti; scegliamo di scendere a Trento per prendere il treno in bici; meno sbattimento, meno parcheggio; notare l’entusiasmo dell’adolescente Bianca.

Pronti a prendere il regionale veloce per Verona; per fortuna c’è un vagone intero per le bici e già quasi pieno; ormai il cicloturismo è una realtà!

Ho riesumato la vecchia MTB alluminio da 26 pollici usata in Wikiloc

“>Marocco; sono proprio demodé, ormai le gravel la fanno da padrone; e sono pure belle, facili da attrezzare e comode per viaggiare.

Scendiamo a Domegliara, destinazione Peschiera per stradine; per fortuna il traffico mattutino per il Garda oggi è scarso.

Inevitabilmente c’è qualche salita, difficile da spiegare a chi non fa ciclismo; i boci si lamentano ma per fortuna hanno la memoria breve e alla prima discesa hanno dimenticato tutto!

Arrivati al lago nei pressi di Lazise cominciamo a scendere lungolago, su sabbia; qua la faccenda si fa complicata; dopo un primo tratto deserto incontriamo sono persone ogni dove (poche per l’ora del sabato mattina) a piedi, con passeggini, con bici; addirittura il mercato che ci rallenta non poco; temo di non riuscire ad arrivare in tempo a Mantova!

Meglio approfittare per fare un bel bagno; l’acqua del Garda è sempre una favola, per contro ci attende il primo fine settimana afoso

Alcuni punti sono costruiti bene e si passa comodamente.

In un punto c’è persino un ponte per scavalcare il porto.

Arriviamo a Peschiera in un’oretta; gran caos di auto che girano attorno al centro in cerca di parcheggio; siamo usciti dal silenzio e ci troviamo nel casino; per fortuna il centro è pedonale; scendiamo anche noi per non creare casino e ci facciamo un caffè, noi, e una coca i ragazzi: la strada è lunga.

Il morale dell’adolescente sembra migliorato.

Comincia di qui la ciclabile del Mincio e la strada verso il BAM!

A un bivio (mannaggia tutti questi bivi che fanno andare in crisi i ragazzi per due metri di salita!) incontriamo una dei ragazzi di Plastcifree partiti da Riva che raccolgono i rifiuti con le loro pinze.

Quando Enrico soffre, Bianca comincia a divertirsi; e viceversa!

Tra boschi, coltivazioni di grano e allevamenti di maiali trovo anche una piccola foresta di bambù.

Facciamo una sosta a Valeggio sul Mincio per un caffé; il paese, se si esclude la quantità di ristoranti famosi per la varietà dei tortellini, non è un gran ché; è affollato di turisti però.

Da Valeggio sono circa 30 km per arrivare a Mantova; i ragazzi cominciano ad accusare la fatica, più di testa che di gambe; la ciclabile poi comincia a diventare noiosa; sempre dritta, a fianco del fiume dove peraltro non ci sono possibilità di spiagge o accessi per fare un bagno ristoratore. Incontriamo parecchia gente e in tanti ci sorpassano diretti al BAM!. Noi con le nostre MTB siamo piuttosto lenti al confronto. Arrivati a Mantova con un clima molto umido, afoso e velato, i ragazzi si meritano un gelato.

Sul ponte tra il lago superiore e inferiore finalmente anche Enrico, in grande crisi si rilassa, dopo 72 km bi bici!

Arrivati al BAM! entriamo in un’altra dimensione; le ruote sono strette ma larghe, i manubri a corna ma larghi come quelli della MTB; i colori sono pastello, i discorsi sono speech, i racconti sono talk e i nomi sono evocativi: Basso Palta, Orbea Terra. Qua se non hai la barba lunga 20 cm e i tatuaggi su tutti gli avambracci (oltre a una discreta panza da birra) non sei nessuno. Si parla di viaggi, inclusione, ambiente, solidarietà. Mi sembrano un po’ dei paninari questi gravellisti; sono vestiti tutti maledettamente uguali, con le stesse marche iconiche : MAAP, Maloja, come negli anni ottanta le Timberland, i Burlington! Tutto molto bello e coordinato con l’immancabile cappellino da ciclista sotto il casco che non capisco come facciano a sopportare: io che sono pelato sudo come un cavallo sotto il casco!

Però l’ambiente è rilassato, i ragazzi si divertono a calcetto battendo degli adulti.

Avevo in mente di fermarmi in tenda, ma visto il caldo asfissiante e le zanzare è meglio aver scelto un B&B a poca distanza; prima attraversiamo un quartiere popolare nobilitato da murales affascinanti, poi una zona industriale un po’ selvaggia, per arrivare a Formigosa, dove ci aspetta Manuela con un’antica cascina ombrosa. Purtroppo non riusciamo a goderci il giardino per il caldo impossibile.

La signora ci sorprende la mattina dopo con una sontuosa colazione che ci basterà fino a sera!

Trovo il tempo prima di rientrare di provare una gravel in legno di frassino; intorno a Mantova ci sono i percorsi ideali e con bici come queste si vola.