Non so cosa arei fatto se non mi fossi dedicata alla fginnastica, dopotutto è stata ed è la mia vita.
E’ uno sport bellissimo, tra aria e terra, precisione e guizzo,geometria e potenza,e nulla di negativo mi è mai venuto dalla ginnastica in sé. Da altro sì; da me stessa, dalla notorietà,dalle persone che mi circondavano e che volevano che dessi quello che non ero pronta a dare.
[…]
Un giornalista buttò lì: “Dedichi questa vittoria al grande Pavarotti?”
A me sembrò una domanda assurda. Mi dissi, cosa c’entra adesso Pavarotti, e dissi: “no, perché?”.
Perché Pavarotti era morto il giorno prima.
Il fatto era che io ero ad un mondiale, iperconcentrata, e per di più era un periodo complicato, avevo mille cose per la testa.
Questi sono due spezzoni di un libro facile e veloce che apre uno spaccato sul mondo della ginnastica e sulla vita della più grande ginnasta italiana. Un personaggio apparentemente scontroso (“Sarai la nuova Nadia Comaneci?” “Sarò Vanessa Ferrari!”) che non vediamo l’ora di vedere all’opera a Rio 2016.