Ogni tanto fa bene vedere certi documentari; ti riportano “a livella” come diceva Totò; ti fanno capire la situazione privilegiata in cui siamo; mangiare, andare a lavorare, fare sport, uscire con gli amici o con la propria famiglia, viaggiare. Tutte cose che alcune persone, imprigionate in una logica di odio che sicuramente non hanno voluto loro, non possono più fare. Rispetto ai giorni nostri segnati da bombe quotidiane, quello che vivono i protagonisti di questo film, di fatto 2 milioni di persone rinchiuse in una striscia di 40 km, è pure bello. Anche se si tratta di prigionia.
La storia completa di Riccardo Corradini, lo studente di medicina, si trova qua su FanPAge
E’ stato rassicurante anche vedere il Teatro di Pergine pieno di giovani.