In prossimità del ferragosto i nostri due baldi giovini Giorgia e Giuliano caricano la loro patriottica familiare e si avventano sulle arroventate autostrade della penisola in cerca di un pò di sano mare italico; memori del teso vento ex-comunista degli {it:Stati Baltici} sulle solitarie spiagge, la scelta cade sul {it:Conero}, dove mari e monti si incontrano.
Con nostra sorpresa l’autostrada è vuota (partiamo il venerdì pomeriggio dopo l’uscita dal lavoro di Giorgia) ed in un baleno la Marea (non l’acqua, la FIAT Marea) ci porta a {it:Numana}, dove si fa vivo il primo incubo dell’estate; la spiaggia superaffollata dove è praticamente impossibile trovare uno spazio per stendere l’asciugamano; ci sdraiamo in riva al mare, l’acqua è veramente stupenda ed in lontananza verso nord le pendici del Conero si stagliano contro il cielo.
La sera, dopo aver trovato a fatica un posto dove piazzare la tenda, capiamo subito che il mare ad agosto non fa per noi; casino ovunque, rumori tutta la notte (il campeggio è praticamente attaccatto alla statale Adriatica), televisioni accese fino a tarda ora anche nei bungalow, impazienza ovunque (anche per fare la doccia) la gente sembra preda delle stesse malattie anche in ferie; quel tipico nervosismo misto al qualunquismo che contraddistingue l’italica gente. Alla mattina, mentre tutti dormono ancora della grossa, decidiamo di farci un giretto di sano cicloturismo per i colli marchigiani.
Loreto è sullo sondo di una campagna ancorra sonnacchiosa ma rigogliosa, tagliata in due dall’autostrada e alla ferrovia; riusciamo a ritagliarci un percorso ciclabile e con poco traffico, anche se è sabato ed è gia scattata la corsa alla spiaggia; vediamo decine di auto stracariche di attrezzi da spiaggia correrci incontro in direzione mare. Dopo Loreto Recanati e CastelFidardo lungo un percorso a saliscendi stimolante per le gambe e per lo sguardo, che trova sempre nuovi panorami e nuovi scorci ad ogni tornante (assai pochi in realtà, ma perché qui non li fanno e hanno delle pendenze così?????); mille cartelli ci invitano voluttuosi nei tanti agriturismi della zona, e dopo l’infausta cena di pseudo pesce della sera (ma perché ad agosto è sempre in agguato la fregatura? Cosa deve fare il povero contribuente italico per non sperperare i suoi averi inutilmente???) pregustiamo una grigliatina di carne in un ameno locale campagnolo. Raggiunto la splendida balconata di {it:Sirolo} facciamo capatina in una delle sue meravigliose spiagge in bici (che fatica su quelle pendenze per raggiungere il mare, ma la RampiConero la fanno qua??) e troviamo un campeggio decente per le nottate successive.
Spostati nel nuovo campeggio proprio sotto la piazza di Sirolo il giorno seguente ci diamo al riposo più totale; scendiamo in spiaggia alla mattina presto quando ancora nessuno si vede in giro, e ci godiamo il mare ed il sole in completa solitudine; la brezza comincia a farsi sentire ed anche una semplice nuotatina fuori dalle barriere frangiflutti si rivela impegnativa; cerchiamo di noleggiare una canoa per fare un salto sulla spiaggia delle Due Sorelle mai il gestore coretesemente ci invita a desistere per l’avvicinarsi di una mareggiata, vedendo in noi due possibili vittime dell’estate; ribattiamo che per il 2007 non vanno di moda gli annegamenti, sono di scena sulla stampa nazionale gli autisti ubriachi piuttosto, ma non sembriamo convincerlo a sufficienza.
Intanto che prendiamo un pò di sole per eliminare le fastidiose fasce multicolori da ciclista notiamo un’altra strana usanza dell’italiano medio in vacanza; nonostante la spiaggia compeltamente deserta, le poche coppie che si presentano si piazzano a circa due metri da noi, lasciando libero il resto del litorale! quando si dice la discrezione….
Al pomeriggio, dopo aver esaurito tutte le possibili attività del campeggio, non ultima una sana scorpacciata di fatti altrui (il campeggio si sa, favorisce la comunicazione, ma anche l’origliare involontario), desumiamo che le ferie fanno proprio male alle persone; la gente non avendo nulla da fare si accapiglia per un nonnulla, e vengono a galla tensioni mai sopite o mai appianate. Di fronte alla nostra umile piazzola, mentre cerco di sonnecchiare un pò nella calura, passano nell’ordine; una coppia con figlio in evidente crisi di ruoli (chi porta i pantaloni in casa?), due ragazzi una volta forse innamorati, una signora nervosamente al telefono con la suocera (che passerà più volte) ed una mamma ansiosamente oppressiva nei confronti del figlio ciccione. Il tutto mentre nella roulotte di fronte la nonna, lasciata al mare da sola con bimbo dedito al canolo alla crema e sorella anoressica videofonino dipendente, promette che questa è l’ultima volta che li porta al mare.
Prendo di nuovo la bici e faccio un giretto per i sentieri del Conero; la salita è su asfalto, la discesa lungo il sentiero numero 1 espressamente vietato alle bici ed incredibilmente panoramico, dove però incontro un sacco di persone che non rognano più di tanto.
svgallery=conero2007