Film Festival Montagna Trento 2016

Abbuffata di film quest’anno, ma come per incanto tutti con un unico comun denominatore; la famiglia, gli affetti, i cari che rimangono a casa, le figure paterne di riferimento.

Li ho scelti a caso i film basandomi più sul tempo a disposizione e sull’intuito che leggendo la trama, e mi è sembrato che tutti volessero dirmi la stessa cosa, in maniera molto diversa l’uno dall’altro.

Chris Bonington racconta le proprie esperienze con il ricordo legato alla moglie, a quanto fatto da lei ed al  pensiero che aveva di lei sempre durante le spedizioni.

Jurek, sulla figura fin troppo sottovalutata di Kukuzka, dipinge un quadro dell’uomo molto determinato, fosco, con un unico incontenibile obbiettivo; essere il più forte alpinista himalayano. Non ne esce molto bene come uomo, come padre e come marito, ma si sa, le forti personalità sono sempre difficili da capire.

K2 Touching the sky mette a confronto orfani di padri e madri morti in montagna; non mi è piaciuto molto, per stile narrativo, anche se riconosco che il tema è forte e di difficile rappresentazione senza scadere in ovvi moralismi.

Anche lo spettacolare Meru, con immagini di grande effetto e con un racconto pieno di suspance, torna sempre ai rapporti familiari, ai cari che restano a casa,con la storia incredibile del protagonista che sposa la moglie del migliore amico, morto in montagna.

L’ultimo film, The Great Alone,  è proprio una storia che, se non fosse vera, andrebbe inventata; un vero drammone familiare con caduta e risurrezione  dall’abisso della droga e ritorno dal cancro che agli americani piace raccontare. Però in questo caso è tutto incredibilmente vero! Oltre alle magnifiche immagini del grande nord ed a una simpatia che viene naturale minuto dopo minuto verso il protagonista, alla fine si capisce quanto siano importanti i rapporti umani anche nelle situazioni più disagiate.