Dopo una infausta trasferta in Austria sulla Gerla (Kraxentrager, un quasi tremila al confine tra Austria ed Italia sotto una nevicata copiosa che peraltro non aveva coperto i molti sassi presenti) Patrizia (e via, un’altra ironella!!), Marco, Nicola ed io torniamo su un classico; la Piccola Punta di Montecroce in fondo alla Val {it:Racines} in Alto Adige, classica gita di corso che infatti avevo fatto nel lontano 1993, al corso di Scialpinismo della SUSAT.
Dunque cosa è cambiato negli ultimi 15 anni? Allora lo scialpinismo era qualcosa riservato a pochi, selezionati alpinisti, che per la maggior parte conoscevano già le montagne per averle percorse in lungo ed in largo in estate; erano i “grandi vecchi” che avvicinavamo timidamente alla SAT in cerca di notizie; la montagna in inverno sembrava qualcosa di magico ma di altretanto inaccessibile per noi; a poco valevano le esperienze sugli sci stretti fatti in giro per il le montagne ed al Meeting del Lagorai; noi eravamo i boci e dovevamo solo “taser e vardar gli altri”. Gli sci poi erano pesanti, dritti come stecchini e morbidissimi; già si vedevano i primi Dynafit che però erano guardati con sospetto; ormai messo quasi in soffitta i vecchi Tyrolia/Marker l’attacco era il Silvretta 404, gli scarponi erano delle pantofole che non permettevano grandi prestazioni, soprattutto in discesa.
Ci si trovava al parcheggio Zuffo come ora, senza bisogno di telefonini (chi si poteva permettere un telefono cellulare allora?) e si viaggiava carichi in macchina per risparmiare soldi, l’A22 era cara allora ed è cara oggi, le auto sono migliorate in confort, consumi e velocità, però ora si spende il doppio e si va più lenti, perché è sempre intasata……
Comunque la gita di oggi rimane immutata nella sua bellezza; facile dasciare dall’inizio alla fine, adatta ai principianti (come lo eravamo noi allora, con i jeans e la calzamaglia sotto…) ma anche ai più esperti.
svgallery=kleinekreuzspitze2007