Eccoci finalmente al giorno della partenza; i tre ragazzi sardi hanno già montato le bici, e quando mi sveglio vedo che sono già al lavoro sulle bike delle girls….. rimarrò per ultimo con i pezzi in mano??
Smonto i cartoni utilizzati per il trasporto; per fortuna le bici sono intere; ho portato la vecchia e gloriosa bike in alluminio con tanto di forcella rigida (quella altrettanto gloriosa Marzocchi XC con testa in magnesio si è crepata l’anno scorso durante il viaggio dei due mari) e mi sento un pò come il brutto anatroccolo; per fortuna ci pensa Maurizio che si presenta con una fiammante Pinifarina, l’obrobrio a due ruote partorita dal mitico “Pinin” e regalata per anni con i punti dell’AGIP.
Marrakech Tickla Pass GPX file
Pronte le bici inizia il carico sul tetto delle Toyota che ci tiene impegnati in un dialettico confronto Italia–Marocco sui vari tipi di bloccaggio e di nodi da fare per un’oretta circa; finalmente partiamo per il passo Tickla (2260m) raggiunto comodamente in auto; di qui inizia la discesa su asfalto fino a Telouet; durrante la discesa il gruppo si frantuma; ci fermiamo pensando che si siano fermati a fare due foto e colpo di scena! Eleonora cade sullo sterrato e si sbuccia lo sbucciabile; meno male che vuole fare esperienza di chirurgia di pronto intervento, quale migliore pratica di quella su stessa? I nostri corpi ringraziano!!
A pranzo ci fermiamo prima di Telouet e qui i nostri occhi si illuminano; il cuoco zitto zitto ci ha preparato fior di {it:couscous} alle verdure che ci pappiamo tutti assieme seduti sui materassi uno di fronte all’altro, accompagnato da un dolcissimo e dissetante the verde; questi pranzi saranno il leit-motiv di tuto il viaggio e ci fanno capire come nella tradizione berbera l’usanza di pranzare tutti assieme seduti attorno al {it:tajine} mangiando tutti dalla stessa pentola con del pane sia un modo di condividere le esperienze e le fatiche del giorno.
Anche noi cominciamo a confrontarci su distanze, dislivelli, caldo, sterrato o meno, per tacere completamente quando Maurizio ci racconta delle sue numerose imprese; Alaska, Bolivia, Argentina, Canada, dove ci vuoi portare MAurizio? Per ora accontentiamoci del Marocco!!
Il pomeriggio si visita la {it:Qasba} di Telouet, l’antica dimora del {it:Pqascià}; fa un pò impressione vedere un monumento simile lasciato nell’incuria e senza nessun controllo se non quello di un custode estemporaneo; l’unico vantaggio nostro è che è come essere in un museo e poter fare un sacco di fotografie.
Riprendiamo il via per pedalare sempre su asfalto abbastanza rugoso; dopo un ultimo passetto scendiamo verso una antica salina dove ci fermiamo a veder e alcuni resti di lavorazione del sale e poi finalmente al campo, già preparato dai nostri autisti; ci spingiamo poi lungo la valle fino ad Animitter per entrare nel profondo Marocco; ad una curva incontriamo il medico del paese, salutato da tutti con reverenza; Maurizio è sempre più a suo agio, saluta tutti con un sonoro salam; si vede che da anni passa di qui e quasi sembra che lo riconoscano. A d un certo punto, vedendo alcune scene esplode con il suo motto: “Va che roba! Va che momento, eh?” che lo etichetterà per tutto il viaggio!!!