SellaRonda – Scialpinismo 2015

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Altra grande lezione di sport oggi: mai prima di una gara pronunciare la fatidica frase: “Non mi è mai successo!“….. perché è la volta buona che i nefasti presagi si avverano!!!

“Non mi sono mai ritirato ad una gara ” – sentenzio tronfio prima del via al mio compare, ” – non sarà mica questa la volta?”. Ed infatti su due team al via della nostra spedizione (Daniele ed io oltre a mio fratello ed Oscar) nessuno ha concluso la gara.

In realtà una volta mi sono fermato ad una gara, ma era una endurance di 6 ore in MTB, e tecnicamente non mi sono ritirato, mi sono solo fermato, infatti poi sono comparso comunque in classifica.

Ma veniamo a noi: in partenza, complice il tiepido sole al tramonto l’atmosfera è rilassata e piacevole; Daniele ed io ripassiamo la tabella di marcia dell’anno scorso chiacchierando con Thomas e Samuele, che erano al via in fondo al gruppo con noi anche l’anno scorso e che quest’anno probabilmente vedremo solo al via, visti i tempi che hanno fatto registrare in tutte le gare fin qui disputate.

Partenza SellaRonda 2015

Partenza SellaRonda 2015

 

Le nostre piccole schermaglie vengono sedate da una visione quantomeno insolita; davanti a noi una ragazza con un simpatico lato B si china e, complice la luce radente del sole, mette in mostra la mercanzia e l’assenza di biancheria intima… horribili visu!

Fioccano le battute da repertorio militaresco, per fortuna la tirolese non capisce e si perde negli occhi del suo boyfriend per un incoraggiamento prima del via.

Che sia la nuova frontiera dello skialp light? Limare gli scarponi? Sciocchezzze Carbonio a profusione? Roba vecchia! Qua al Sellaronda non si scherza. Io da par mio ho pensato bene di farmi due giorni di squaraus per alleggerirmi per bene ed essere competitivo; pazienza se le sensazioni non siano le migliori in partenza ed un certo malessere mi opprima la testa, ma si sa che al via delle gare è tutto un fiorire di scuse; chiamala pretattica, chiamala accampare scuse, ma gli scialpinisti sono come i pescatori, con la menzogna sempre pronta. Complice questo inverno caldo ed umido e questa pestilenziale influenza ma la gente finge starnuti, scatarra per terra, è reduce da tossi e raffreddori; insomma, al via di una gara di 4 o 5 ore abbiamo un intero reparto geriatrico!

Bando alle ciance, si parte su per il Gardena verso la Dantercipes; la nostra amica dal lato B in mostra decide di liberarsi della nostra scomoda compagnia, si attacca al suo trattore e scompare nel gruppo di testa; scopriremo poi che chiuderà in testa alla sua categoria con un tempo di tutto rispetto. Noi saliamo con il passo giusto e chiudiamo il primo passo in 43 minuti, ampiamente sotto le aspettative; la discesa verso Corvara gode ancora di buona luce e gli sci sono velocissimi; si arriva al cambio facendo pochissime pattinate nel saliscendi finale. Ripartiamo per il Campolongo con i compagni con cui abbiamo i riferimenti, e le pelli agevolano la salita lungo la stradina; sulla rampa sotto il Bec da Roces ci inchiodiamo un po’ ma in cima siamo comunque sotto i tempi dell’anno scorso; in un blitz siamo ad Arabba ed abbiamo più di dieci minuti di vantaggio, anche se il bello viene adesso, il lungo, lunghissimo Pordoi.  Quando si vedono le luci del passo si è ancora lontani, e ne approfitto per rallentare un po’ e riprendere fiato, cercando di serbare le energie per l’ultima salita; Daniele che fino ad ora è rimasto dietro rallentato da problemi di stomaco rilascia un paio di rutti portentosi  e riparte di slancio, verso la fine si mette davanti a tirare ed al passo siamo assieme per la discesa più difficile. Sarà la stanchezza, il freddo od una semplice svista ma mi accorgo a metà che ho il piede destro non agganciato al tallone, brividi! Cerco di sollevare lo sportellino in corsa ma la velocità è troppo alta e perdo terreno nei confronti del mio compare; nel budello di Canazei un tipo mi fa da tappo a spazzaneve  e quando vedo Daniele a terra non lo riconosco nemmeno. Al cambio mi dice che è caduto e non sa se continuare; gli do una mano a cambiare assetto e proviamo a ripartire ma il dolore è troppo forte, siamo costretti a rinunciare.

Peccato, eravamo usciti dal cancelletto di Canazei in 3 ore ed un minuto, sarebbe stata un bella sfida sull’ultima salita e soprattutto sull’ultima discesa, vorrà dire che riproveremo l’anno prossimo, con o senza mutande!

Classifica_Sellaronda_2015

SellaRonda 2015 GPX file

 

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