Ricominciano i sabati in bici da corsa con il gruppo Scania; i aspettano tutti al varco, ormai senza più allenamento e spompato e scomposto sulla bici, nel tentativo di moderare lo sforzo…
Purtroppo partiamo tardi, e anche se l’effetto del jet-lag ancora perdura e mi sveglio alle 5 e mezza, sono sotto il sole alle nove a Levico ad aspettare ilgruppo; potrei quasi partire da solo, ma ne aprofitto per andare al supermercato e comprarmi due banane (che si riveleranno fondamentali..).
Intorno a me gente in ciabatte con il giornale sotto braccio che vaga con aria tranquilla, sembra di stare al mare. Passano icolleghi ai 30 all’ora e non si fermano nemmeno; un solo cenno di saluto e via; fatico ad agganciarmi, sto un pò a ruota poi risalgo il gruppetto (siamo in otto) per andare da Andrea in testa.
“Ma dove andiamo con questa media???” gli grido.
“Siamo in ritardo!!” mi grida e meno le gambe lungo la Valsugana fino a Roncegno.
Passiamo da Torcegno pensando di risparmiare tempo, ma aggiungiamo un pò di dislivello in più; all’attacco del Amnghen un paio partono di slancio; il gruppo Scania avanza compatto, ci si studia a lungo, nessuno vuole sferrare l’attacco. Fa un caldo infernale, la giornata è splendida. Il Manghen ha parecchie rampe disseminate qua e là; il 26 dietro mi sa che non basta, scomposto e senza allenamento come sono; mi metto tranquillo e cerco di salire regolare, anche se sotto il tiro costante delle moto che fanno a gara sui tornanti. Senza accorgemene sono in cima.
Discesa discretamente pazza cercando comunque di portare a casa la pellaccia; ci sono troppe moto, la strada è stretta, e pure un raduno di auto d’epoca; la cosa più fastidiosa è essere affiancati in curva da motociclisti che on sopportano di acvere davanti bici ai 70 all’ora; ho fatto una curva (rigorosamente in fila con chi mi precedeva) con una Ducati al mio fianco in piega….. mi veniva da tirargli un pugno……