La prima frase che ti chiedono quando hai un’auto elettrica è: “Ma quanto ha di autonomia?”
Lì per lì non capisci se l’interlocutore sia realmente preoccupato che tu rimanga a piedi oppure se cerchi subito di metterti in difficoltà di fronte alla tua scelta un po’ radical un po’ ecochic. Che poi fa il paio con quella subdola domanda che ti sei sentito rivolgere da un dieselaro: “Ma ci hai pensato allo sfruttamento delle miniere di litio nel terzo mondo?”.
Certo, io ci ho pensato; ma tra non fare nulla e qualcosa è meglio qualcosa
Sì sa, chi fa scelte controcorrente o alternative è sempre sotto la lente d’ingrandimento; confondersi nella massa, seguire il flusso invece mette al riparo da qualsiasi critica. Al limite si può sempre dire che lo fanno tutti!
Ma torniamo alla famigerata autonomia, o alla paura di rimanere a secco, che gli anglofoni come al solito hanno coniato con un nuovo neologismo: range anxiety. L’automobilista medio non ha idea di quanti km percorre al giorno, così come non ha idea di quanto spende realmente per la propria auto. In genere la frase tipo é: “Con 50 euro faccio 700 km!”, non sapendo paragonare gli euro ai litri di benzina (o diesel) o tenendo conto delle fluttuazioni del mercato petrolifero e i riflessi alla pompa.
Quelle presentate di seguito sono un paio di settimane tipo di una coppia (i Giacomippi) che vive in un paese satellite del capoluogo provinciale, a circa 15 km dai rispettivi luoghi di lavoro, che sono in città diverse: Trento e Pergine. La coppia in questione è assai sobria se non addirittura accorta nei consumi e rispettosa dell’ambiente; potremmo dire insomma fanatica: ok diciamo quasi posseduta. Pratica lo smart working, il bike to work e quindi riduce al minimo gli spostamenti per lavoro. Il fine settimana passa da un sabato per commesse con una micro gita al lago e una gita più lunga la domenica in famiglia. Inoltre in questo periodo l’altra auto di famiglia (l’ammiraglia nel gergo famigliare stretto, il furgone portabici nel mio caso) è dal carrozziere Il risultati delle prime due settimane sono sorprendenti (per molti, non per me).
Come si vede la percorrenza media giornaliera è di circa 50km al giorno, sommando tragitti per lavoro di due persone diverse; nell’insieme sono anche presenti delle piccole gite che sorpassano i 100 km, come nel caso del 2 giugno e del 16 giugno. Le differenti gradazioni di colore evidenziano i singoli tragitti nella simulazione Volkswagen. E’ abbastanza evidente che con un rabbocco giornaliero (si può programmare con la APP da remoto) può bastare per tenere sempre la batteria carica.
Ecco invece i consumi registrati dalla Volkswagen UP elettrica nei primi 1000 km di utilizzo.
Vediamo come Volkswagen interpreta i consumi: il primo valore (14,8 kWh/100km) è il consumo di trazione del motore elettrico, il terzo (1,9 kWh/100km) è il consumo degli organi accessori che comprendono climatizzatore, lane assist, radio, ecc… Se su un’auto termica energia per far muovere l’alternatore ce n’è da vendere, su una elettrica questo può assumere valori percentualmente elevati. Il recupero è 5,7 kWh/100 km. Il valore di consumo reale per muovere il veicolo secondo Volkswagen è il secondo (11 kWh/100km) che è dato da 14,8 – 5, 7 +1,9= 11 kWh/100 km appunto.
Per provare a dare valore in €/km occorre capire il valore del kW alla spina: come forse tanti sanno le componenti della bolletta (eccetto imposte e altre componenti minori) sono essenzialmente tre: di queste una è la componente per la materia energia, quindi direttamente proporzionale al consumo, una per oneri di sistema non proporzionale al consumo, e una per gestione e trasporto dell’energia, in minima parte proporzionale al consumo. Nel primo caso la mia bolletta è di circa 10 €cent al kWh; aggiungendo anche le spese di trasporto (che in realtà sono per due terzi fisse e solo per un terzo legate al consumo) e per gli oneri di sistema si arriva a un valore di 28 €cent al kWh.
Quindi il costo medio dei primi 1000 km della Volkswagen UP elettrica è di circa 3 €/100km. Valore che, come detto prima, è pure sovrastimato in quanto non ho fatto nessuna modifica all’impianto elettrico, né per l’installazione della colonnina elettrica né per l’aumento di potenza del contatore, già a 4,5 kW per l’impianto geotermico.. Molto meno dei 4€/100 km della gloriosa Panda a metano. Questo per non parlare dei risparmi in termini ambientali, per non tirare la solita pippa ambientalista da salotto ecofriendly.