Oggi ci aspetta il tappone, intervallato dalla visita alle città del barocco siciliano. Il terremoto del 1693 ha distrutto praticamente mezza isola, ma all’epoca hanno avuto la forza per ripartire. E che forza, riempiiendo i paesi di chiese bellissime
Il primo tratto lo facciamo lungo la provinciale che scende lungo la costa: si rivela una scelta azzeccata: niente traffico, appezzamenti di agrumeti e la calma del mattino in cui tanti contadini sono al lavoro. Più in là attraversiamo una zona balneare ricca di complessi e seconde case; ormai è tutto chiuso però, la stagione è finita.
In poco tempo arrivammo ad Avola, del famoso nero neanche l’ombra invece. Intorno a noi è pieno di mandorli, peraltro quasi secchi in questa stagione. Qui c’è la famosa Mandorla Pizzuta d’Avola, che ha dimensioni di un’albicocca. Ci fermiamo al bara: il cornetto alla crema di mandorla è delizioso: peccato epr l’ennesimo bar dove servono l’acqua in bicchieri di plastica: inconcepibile nel 2020.
In breve siamo a Noto, capitale del Barocco siciliano.
Ripartiamo alla volta di Modica. Il territorio è agricolo, e più curato. LA sporcizia c’è comunque, anche all’interno dei frutteti.
Nel tragitto incrociamo la città di Ispica, che rivela una bellissima sorpresa; la strada di accesso è una miniatura di tornanti scavati nella vecchia cava, dove una volta avevano ricavato dei loculi e ora ci sono solo stalle per qualche asino e orti. Il centro è pulito e ordinato, ci fermiamo a farci un panino in piazza, dove addirittura c’è la fontana di acqua potabile.
Dopo ci attende un lungo ratto verso Modica, la capitale del cioccolato; ci accodiamo a due tedeschi in viaggio come noi; facciamo due chiacchere in in inglese sulle nostre e loro mete, e alla fine loro si fermano a gustare la cucina locale e noi a gustare un gelato con il famoso cioccolato di Modica. LA città è molto carina ma annegata in una serie di palazzi moderni e confusi che fanno fatica a far emergere il centro storico. Fermi al caffè troviamo dei cicloamatori che ci consigliano di seguire la strada provinciale per Ragusa, molto più panoramica. Ancora una volta OSMAnd mi delude proponendoci un itinerario assurdo. Di qui in avanti mi orienterò con i sempre presenti cartelli.