Parigi è stata rivoluzionata dalla sindaca Hidalgo (quella che in questi giorni fa il bagno nella Senna per promuovere le gare di nuoto di fondo e di triathlon alle Olimpiadi) non senza critiche.
infischiandosene del progresso, dell’ambiente, della società. In questo senso i francesi sembrano molto simili a noi italiani, pronti aa difendere qualsiasi status quo; sono stati commessi alcuni errori, o salti in avanti (come i monopattini, su cui un referendum ha sancito che i francesi non li vogliono), e proposte estreme, come tassare i SUV in quanto più pesanti e ingombranti, quindi inquinanti.
Il risultato è straordinario, raggiunto in soli 4 anni dalla pandemia CoViD-19; Parigi è completamente ciclabile e ha una densità di auto paragonabile a una città olandese o tedesca, niente a che vedere con le caotiche e rumorose città italiane; non occorre nemmeno pensare a una metropoli, basta venire a Trento.
Ogni boulevard ha una corsia ciclabile a destra e sinistra, gli incroci prevedono assaggi per biciclette e tutte le strade strette del centro storico hanno una corsia ciclabile contromano con l’indicazione “Sauf velo” (eccetto bici). Un po’ come da anni esiste in tante città tedesche e austriache.
In quattro giorni abbiamo fatto una abbonamento al bike sharing “Velib” che può essere normale oppure elettrico; con un abonamento da 80 € posso noleggiare finno a 5 bici contemporaneamente.
Peraltro la sensazione, a Parigi come fuori città. è di gran rispetto verso i ciclisti; persino i furgoni delle consegne verso i tanti negozi e ristoranti parigini rispettano e rallentano. peraltro persino che faconsegne usa delle cargobike eormi, e sono diffuse anche quelle per portare i bambini a scuola.