Il triathlon cross country (quello con la mountain bike al posto della bici da corsa e il trail running al posto della corsa su strada) ha ormai un solo nome: XTerra.
Dopo l’infelice partecipazione ai Mondiali di Maui nel 2018 mi ero ripromesso di non finire più nella rete accalappia polli del famoso brand multinazionale, ma ormai le gare fuoristrada sono praticamente scomparse in Italia (ultima gara il Campionato Italiano Cross Triathlon vinto a Lavarone) e l’occasione era la partecipazieon allagar di Molveno valevole per gli europei FITRI.
A essere sinceri l’organizzazione XTerra è potente, e le gare sono di livello: i percorsi sono all’altezza per difficoltà e lunghezza, e la platea internazionale motiva gl iagonisti come me.
Purtroppo un casino generato non si sa da chi (la FITRI accusa le squadre di non aver comunicato agli atleti, l”organizzazione XTerra dice ceh non ha colpe, insomma un casino) ha fatto in modo che agli europei non fosse iscritta un sacco di gente, ra cui il sottoscritto. Così la via degli europei agegroup c’erano 46 persone, mentre alla gara open (pecunia on olet dicevano gli antichi) 270 persone circa. Praticamente un europeo depotenziato.
Al via ci tuffiamo nelle fredde acque del lago di Molveno senza indugi; due giri con uscita all’australiana, con clima spettrale dovuto alle nuvole basse e alla pioggia fina fina che sembra novembre. Il nuoto mi è venuto bene, non ho patito freddo.
Il problema è venuto non appena montato in bici: mal di testa dal freddo fortissimo, roba che mi sentivo ubriaco e avevo lo spettro visivo ridotto. molta fatica sul primo giro e tanto traffico (del resto basterebbe uscire prima nel nuoto….). Per fortuna smette di piovere, anche se il percorso è veramente viscido. Per fortuna hanno tolto la scalinata in centro a Molveno… prevedevo tappi e incidenti tra la platea agegroup.
PArto di corsa con tre o quattro eprsone alle calcagna, ma stavolta voglio liberarmene subito. L oslovacco cede, mi rimane attaccato un ragazzo ceh saprò poi essere di un’altra categoria. Continuo a recuperare persone lungo la stradin introno al lago
Dopo il ristoro il percorso si infila nel bosco, e qui scopro di aver sbagliato le scarpe; nel bosco viscido non si sta in piedi, ma con un po’ di mestiere e aggrappandomi a tutto ciò che trovo, riesco comunque a cavarmela. L’unico che mi sorpassa è un toro austriaco di giovane età che passa a una velocità folle in salita ma soprattutto nel successivo tratto piano di rientro.
La soddisfazione per la gara se ne va bene presto di fronte al riscontro cronometrico: pur avendo fatto il miglior tempo di batteria, i partecipanti all’europeo, partiti 8-9 minuti prima, mi rifilano distacchi enormi. Alcuni di questi già battuti da me tempo fa. Le donne poi mi hanno stupito: anche se lo hanno gareggiato con percorso più asciutto, non mi capacito dei tempi, mah!
La delusione arriva poi al momento delle premiazioni: praticamente invece che fare classifiche separate (come avevano detto) mischiano tutto estraendo però gli iscritti all’europeo: così è capitato di aver premiato atleti che hanno preso 9-10 minuti dal primo arrivato. Il mio amico Werner arriva secondo nella categoria M50, ma avrebbe potuto prendersi l’argento europeo.
Non posso credere ceh un’organizzazione così rodata faccia errori così grossolani, però…