Triathlon Olimpico Caldaro – Triathlon 2017

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Triathlon Olimpico di Caldaro: qua non si scherza: 1,5 km di nuoto, 40 km di bici, 10 di corsa.Dopo i Triathlon Cross dell’anno scorso quest’anno iniziamo un nuovo capitolo: nuova squadra, la Fersen Triathlon di Pergine e soprattutto nuovi obbiettivi; fare bene anche negli olimpici su strada e magari puntare a un medio.

In realtà non ho preparato molto questa gara; incerto fino all’ultimo, prendo il posto di un componente della squadra all’ultim’ora; questo perché nel mondo della tecnologia che ci avvolge, non si riesce a fare queste procedure via internet e ti tocca presentarti all’ufficio gare prima della gara sperando che ti dicano di sì. Così dopo la conferenza stampa di sabato mattina con la PAT e Bioenergia Fiemme  per conto di Trentino Trasporti lascio i colleghi, incuriositi dalla mia auto ripiena di mute, bici e borse alla volta di Caldaro, dove incombono nubi umide di pioggia.

In realtà l’ambiente è molto tranquillo, forse troppo: il parcheggio è pieno  e il tracciato è segnato, ma occorre girare mezzora per trovare l’ufficio gare vista l’assenza di cartelli (non sarà l’unica pecca della precisione altoatesina).

Fatta l’iscrizione mi faccio un panino con birra al bar; mi raggiunge Vichi  in giro in bici con il mitico Sergio e ci facciamo un caffè assieme: non ho pressione addosso, ma molte incertezze: la muta nuova prestatami da Marco Boffo del Trirunnis, il body nuovo mai provato, gli occhialini prestati da una ragazza perché dimenticati, la distanza di nuoto mai provata: per fortuna che non mi agito alle gare, altrimenti con la mia organizzazione rischierei l’infarto ogni volta. Per fortuna trovo Annachiara e Paolo con cui confrontarmi sul come  e cosa indossare e Michele, il vice presidente del Fersen che  mi da una mano e ci fa una foto tutti assieme.

Assaggio l’acqua per sentire la temperatura; dicono sia 17°C ma su mani e piedi sembrano molto meno. Alle 14:00 partono le donne, dopo 15 minuti elite e poi tre batterie di master, io sono nella prima.

Tanta musica all’avvio, incitamenti di amici e parenti e mi tuffo nella tonnara: via!

Partenza con calma, schivo un po’ di gomitate e cerco la mia via; l’acqua è fredda ma si nuota bene; per fortuna gli occhialini tengono; la prima boa sembra lontanissima, poi ci fa una inversione e si ritorna a riva dove si esce sul pontile e ci si rituffa: davanti a me in acqua si ammassano persone e invece che un bel tuffo faccio la classica bomba per non investire nessuno; poi mi rimetto a nuotare per l’altro pezzo; comincio a sentire il freddo e l’acqua la sento anche melmosa, in bocca addirittura mi sembra di sentire sabbia; mi sa che gli stiamo dando una bella rimescolata a questa gigantesca pozzanghera!!!

Esco in 25′ 55″, ampiamente sopra le aspettative! (il tempo di gara, il 157°, è un minuto superiore ma compensato dal tempo della prima transizione). Addirittura esco di slancio superando parecchie persone fino alla zona cambio: peccato che a togliermi la muta, mettermi le scarpe e vestirmi con il gilet perdo parecchio tempo; mi metto addirittura i calzini pensando al freddo, invece bagnati mi si ghiacceranno i piedi per tutta la gara; bella strategia!

La gara in bici si rivela divertente; tre giri di un circuito intorno al lago bello vallonato, con una prima salita da 2,5 km da sparare a tutta; dopo un primo giro all’inseguimento, facciamo un bel gruppetto in cui in quattro ci diamo cambi regolari e recuperiamo bene portandoci appresso un’altra decina di ciucciaruote; chiudo in 1h 07′ sotto la pioggia che incomincia a battere, anche qui sotto i limiti che mi ero imposto, con l’83esimo tempo. Purtroppo il cambio si rivela nuovamente lento (non mi entrano le scarpe!!!) e quando esco su strada i miei compagni di gara sono già davanti e mi tocca il recupero.

Per mia fortuna le gambe girano bene e mi sembra di volare a piedi; il percorso è piacevole nelle campagne introno al lago, a parte una salita infernale su prato con discesa su asfalto, una vera tortura per  le gambe. Poco prima di questa rampa una signora si preoccupa di contarci e ci dice il piazzamento: “Neunundneunzig, hundert!” mi dice. Bene, arrivare nei 100 in una gara come questa non mi dispiacerebbe. La cosa divertente è che al secondo giro, dopo aver superato almeno 15 persone e con l’entrata nel circuito di quelli arrivati dopo di me in bici, la signora mi dice “Neunundneuzig!”. Ma come? Quale potente algoritmo avrà in testa per discriminare le persone al primo o secondo giro?? Mi incaponisco nella rimonta  e do il tutto per tutto e prima della fatidica salita, la rivedo e mi grida: Achtzig!” e con lo sprint finale chiudo 83esimo!

Come diavolo avrà fatto, con 600 persone sullo stesso circuito???

Tanto per ritornare alla matematica, ecco la prestazione in sintesi: ottima la prestazione di corsa (38esimo tempo), discreta in bici e nuoto, ma disastrosa nei cambi.

Soddisfatto della giornata, soprattutto rispetto alle aspettative della vigilia. Oltre al nuoto devo migliorare  i cambi, perché il podio di categoria è a solo un minuto e mezzo, e se confronto i miei tempi nei cambi con quelli dei miei avversari posso dire che ho perso il podio proprio lì.

Per quanto riguarda l’organizzazione di gara penso che i cugini altoatesini potrebbero fare di più: per 55 oiro pacco gara striminzito (maglietta di cotone, destinata all’orto dopo due o tre lavaggi), ristoro senza bevande calde (faceva freddo all’arrivo, bagnati fradici), pasta party (pasta e basta) sotto la pioggia (non si leggono le previsioni?), classifiche appese sotto la pioggia dopo la premiazione sul camion dell’organizzazione; ma l’internette a Caldaro proprio non arriva????

2017_CLASSIFICA_CALDARO

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