Di sicuro non ho un buon rapporto con “I suoni delle Dolomiti”; ogni volta che cerco di arrivarci in una maniera “ecocompatibile” inesorabilmente arrivo in ritardo e mi perdo almeno metà se non tutto lo spettacolo….
Chissà poi perché mi intestardisco così: forse perché la maggior parte degli eventi sono organizzati a misura di auto? Forse perché penso che la (giusta) promozione turistica del Trentino potrebbe essere fatta diversamente? Forse perché vedere i prati delle malghe piene di auto per un concerto in quota non mi suscita particolare emozione? Due anni fa non arrivammo a vedere il concerto della Banda Osiris alle malghe di Pinzolo perché, partiti in bicicletta da Preore percorrendo la ciclabile della Rendena fummo frenati da forature e da un Cozzio rompimaroni come non mai; ne venne fuori un bel giro con discesa dalla Val d’Algone ma rischiammo addirittura di perdere la finale mondiale della sera. L’anno scorso mi inventai una passeggiata da San Lugano al Lavazzé, con il risultato di perdersi piacevolmente nei boschi e perdere meno piacevolmente il concerto….
Stavolta ho appuntamento con Federico a Malga Alpo; vorrei partire da Riva del Garda, fare la Ponale ed il Tremalzo, ma già arrivato a Nago capisco che non è giornata: la Busa è come al solito assediata dalle auto, e tra questi idioti a quattro ruote ci sono anche io; ognuno di noi ha le sue motivazioni per essere lì e segretamente, chiuso nel proprio abitacolo, impreca contro gli altri automobilisti che intralciano la strada.
Riesco a trovare delle scorciatoie, ma ormai è troppo tardi, mi porto fino in Val di Ledro in auto, ma anche qui finisco nel tranello del traffico; fossi partito da casa in bici forse sarei già a buon punto…. Parcheggio al lago d’Ampola, e parto lungo la strada asfaltata del Tremalzo; non la ho comunque mai affrontata in bici ed è completamente priva di traffico; gli unici siamo noi, i ciclcisti. Si sale piacevolmente, incrocio tedeschi a iosa, arrivare al Tremalzo è un must per la loro vacanza sul Garda. In cima prendo un thé caldo, quassù l’aria è sempre frizzante e cambio maglietta prima di lanciarmi in discesa sul versante verso il Garda che non conosco; prima parte lungo il segnavia 224 del Sentiero Antonioli, che dovrebbe guidarmi fino alla conca di Storo; fino a Bocca Lorina c’è una strada segnata anche sulla mappa; poi si può scendere in val Lorina direttamente o fare la Bocca Caplone lungo una mulattiera militare che Ironkiki dice qui essere pedalabile; fidarmi più di lui o di Matteo? Mah, proviamo, tra i due non so mica a chi piace di più scarpinare con la bici sulla schiena….
La strada lungo il segnavia 444 si rivela molto sconnessa ma dalle pendenza ideali; incontro alcuni bikers saliti da Limone ed altri che procedono in senso contrario; bene, sembra che il percorso sia fattibile; alcune gallerie coreografiche ed il serpentone si insinua lungo i fianchi di queste montagne, con la delicatezza di uno scialle intorno alle spalle di una signora; mi dispiace non avere con me una maccina fotografica per immortalare il lavoro di quei poveri ragazzi che costruirono questa strada per esigenze militari.
L’ultima galleria è ostruita da una frana e viene aggiornata portanod la bici per un sentiero; ora si scende fino a Bocca Campei di dove si vede in lontananza Malga Tombea; sembra quasi fatta; ci arrivo mentre nuvole dense si fanno intorno a me togliendomi il panorama; si fa scuro e mi affretto lungo la strada, che è letteralmente disseminata di letame (boazze!!!); d’accordo che la montagna la preferisco produttiva che luna park….ma qui si esagera!!!
Finalmente arrivo a Bocca Caplone; gia oltre si vede la spianata di Malga Alpo, che viene raggiunta con una serie di tornanti veramente divertenti. Malga Alpo è in festa per gli alpini che la hanno ristrutturata; riesco ancora a scroccare da mangiare ed ad ascoltare parte del concerto.
Mi aspetta ora la discesa verso Forte Ampola lungo il sentiero 444 fino a Spessa e poi il ben più divertente 44; vediamo se riesco a farlo a zero penalità: l’anno socrso Matteo e Ironkiki mi avevano svergognato fiondandosi giù come dei pazzi; oggi mi sembra che, pur con la stanchezza di questa lunga giornata,di essermela cavata meglio…