Ski Alp Val Rendena – Scialpinismo

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I comunicati di gara si  susseguono a ritmo incalzante sul sito web: www.alpingovalrendena.it; portare imbrago regolamentare (ma cavoli, dove ci faranno passare, sarà mica per la scaletta prima del XII Apostoli?) una quarta salita introdotta di sabato….roba da togliere il sonno…ce la faremo??

La mattina poi un forte vento costringe l’elicottero ad un atterraggio di fortuna, la partenza della seconda tappa della Coppa delle Dolomiti viene rinviata di mezzora; memore del freddo vento di due anni fa (quando ci congelammo tutti ed arrivammo quasi per caso al Doss del Sabion) parecchi dubbi mi assillano la mente.

Ski Alp Val Rendena KMZ file

Si parte piano, tutti assieme; il percorso è un po’ diverso rispetto alle altre volte; si taglia subito su per la pista, poi un tratto di bosco ed una rampa con i paravalanghe; è già mattina ormai ed il sole illumina i primi passi sul ripido; qualcuno per la foga cade e scivola, per fortuna le pelli nuove tengono bene e con calma passo indenne il tratto ghiacciato. Le prime zete sono ripide e ravvicinate; si sta in coda parecchio, evidentemente c’è ancora molta gente a poco agio con la svolta da manuale del CAI. In un baleno arriviamo alla Cima del Doss del Sabion; primo cambio pelli e giù per la pista tra la gente “in abiti normali”; sci sullo zaino per il tratto a piedi, si corre giù per il pendio a perdifiato, uno dietro l’altro. Quando arriviamo alla conca del lago Asciutto davanti a noi si dipana il percorso, segnato dalle tutine colorate; in cima alla bastionata rocciosa si staglia il rifugio XII Apostoli già al sole; prime zete, mi trovo bene e recupero qualche posizione; arriviamo al tratto a piedi, tutti di corsa con gli sci sullo zaino, ci si aggrappa al cordino metallico per aiutarsi; c’è tifo persino qui, è quello della Carlotta, la ragazza dell’AlpinGo; poco sopra il tempo per mettermi gli sci che vedo Max sdraiato a fare foto; lo chiamo per una foto in azione e poi via all’inseguimento.

Le zete sono interminabili, ma piacevoli; il tracciato è perfetto e tengo il passo della seconda ragazza in gara; sopra il rifugio  si intravede il passo; ultime spinte prima del cambio pelli, ma sul piano le pelli non sono proprio il massimo, mi recuperano in parecchi da dietro. Al cambio cerco di fare meglio che posso, tra uno snack, il bere, gli scarponi da allacciare, ma quando parto per la Val di Sacco sono nuovamente solo; scendo cno circospezione, forse troppa, ed ai piedi della salita mi raggiungono in tanti. qui nuova sorpresa; non si sganciano gli sci, forse si sono gelati gli attacchi? Chiedo aiuto ad un Vigile del Fuoco che mi da una mano, meno male, altrimenti sarei ancora lì; in salita mi riprendo, sto ancora bene e la sparo tutta; di nuovo gli sci ai piedi e giù per la ripida Pala dei Mughi, fantastica discesa, peccato che sono in gara e non me la posso godere. Siamo al quarto cambio, ormai si schrza ,del resto sento di aver perso troppo tempo in discesa; rimetto le pelli e riparto, mi sento ancora bene e spero di recuperare; faccio cinquanta metri e mi si staccano; lo sci era troppo bagnato e non hanno retto; mi fermo e metto il secondo paio; dopo altri cinquanta metri  si tacca la pelle a sinistra; poco male, sono su un lungo traverso e mi spingo come facessi fondo; arrivato sotto il Doss del Sabion mi aspetta l’ultima serie di zete, così conciato non ce la faccio; metto gli sci sullo zaino e parto in verticale, sprofondando nella neve cotta dal sole di mezzogiorno; passo dopo passo, guadagnandomi strada sui pochi pezzi di prato arrivo al traguardo da un’altra direzione. Il personale mi fa entrare alzando le reti, ma devo inginocchiarmi e strisciare per gli sci sullo zaino; “Cavoli, è umiliante!” grido loro divertito, ho appena finito una bellissima gara.

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