E’ tornato l’inverno e noi torniamo in Val dei Mocheni.
L’altro giorno sembrava primavera, la gallina aveva ripreso timidamente a fare le uova e di colpo 80 cm di fresca sui versanti sud est della provincia.
E naturalmente anche sua maestà il vento, a creare accumuli insidiosi; non si può mai scherzare nemmeno sugli itinerari più sconosciuti, ed infatti sotto la cima un piccolo lastrone si è staccato, al mio fianco, sotto il peso dei miei due compagni di gita che erano sopra di 50 metri.
Il bianco manto è tanto invitante quanto insidioso; sembra una copertura uniforme invece serpeggia al suo interno una debolezza che si scarica, sotto la pressione anche di un solo scialpinista, anche a centinai di metri di distanza, in prossimità di un avallamento, di un cambio di pendenza.
Non si è mai completamente al sicuro.
Anche il successivo traverso sotto la cima del Pizzo alto mi ha dato da pensare un pochino, e ofrse proprio qusto mi ha coinvinto a tornare dalla traccia di salita, con neve fantastica comunque.
Giretto da 9 km e 1500 metri di dislivello positivo.