In fondo anche andare in bici da corsa è divertente; non è solo schivar tombini come dicono i freerider dei bitumari ma, scegliendo periodi e tracciati giusti, si può godere di strade libere dal traffico e sfidanti la prestazione.
Rimango sempre dell’idea che in bici da corsa non ci si riposi mai: forse in discesa un po’ si rifiata, ma si raggiungono certe velocità che è bene stare in campana, soprattutto perché su 25 mm di copertoncino non si può fare affidamento per grandi frenate. Marco dopo la sgroppata di sabato scorso con il Valentini di gran carriera (da me furbescamente dimezzata per un appuntamento con il veterinario per le api) mi propone una salita da Serrada, roba che non facevo dai tempi della Scania, quando uscivo con il duo Ranieri-Patuzzi, ora dediti alle randonné sopra i 300 km.