Dopo un giorno leggero, passato più che altro al bancone del Prosecco (ma no neravamo venuti per questo????) facciamo un giro ad anello verso il Cansiglio partendo da Fregona; la strada a tornanti sale dolcemente verso i boschi del bellunese, che si aprono al Pian del Cansiglio; qui si entra nel territorio dei Cimbri che, onestamente, non sapevamo essere anche in questa zona.
Popolazione di lingua germanica, presente soprattutto nelle zone di Luserna ed Asiago, devono il loro nome al termine arcaico “taglialegna” lavoro per il quale erano noti. Si spostarono in questa zona su “consiglio” della Serenissima allorché cacciati da altre zone.
Dopo una entusiasmante discesa verso il lago a Ponte delle Alpi (ci stupiamo continuamente per l’assenza di traffico, ma dove sono tutti i milioni di italiani in ferie??) rientriamo verso Valdobbiadene, scegliendo un tragitto più a sud, verso Refrontolo e San Pietro; dopo aver assaggiato un po’ di passito di Refrontolo proseguiamo trovando un albergo a Farra di Soligo; perché fermarsi qui? Perché nel frattempo abbiamo notato degli eloquenti cartelli per una stuzzicante “festa della fragola e dell’asparago”: disdegniamo quindi i vari agriturismi per tuffarci nella realtà locale; non notiamo grande differenza tra veneti e trentini, se non che qui sono tutti molto tirati, sembra di assistere ad una serata di moda (o forse siamo noi cicloturisti che non abbiamo portato un ricambio all’altezza!).
La parte più divertente la recita una anziana signora accanto a noi: ci attacca bottone chiedendo di dove siamo, e si ricorda che una volta è venuta a Trento per incontrare un moroso con cui poi non ha combinato più nulla; ci racconta una serie di aneddoti sul passato di Soligo, quando tuti erano impiegati nelle fileria di seta, le cui ciminiere sovrastano ancora le case.
L’ultima tappa è leggera, e ci porta in breve ad Asolo lungo la strada costellata di ville palladiane; è il primo maggio e come al solito le strade sono piene di ciclisti, in gruppi veramente eterogenei; ragazzi, vecchi e donne sembrano facciano a gara a rincorrersi da un paesino all’altro; l’unica difficoltà è sulla salita del colle della cittadina, sulla quale ci cimentiamo con alcuni cicloturisti; in piazza ci meritiamo un panino con la soppressa e l’ennesimo bianchetto, per brindare alla fine del nostro giro.
Speriamo che questo racconto possa ispirare tanti cicloturisti avvinazzati! Come dimenticare però i Fuori Orario, che hanno allietato la nostra serata a Farra di Soligo?!?