L’occasione è ghiotta: accompagnare Giorgia per tre giorni in Primiero; lei lavora, io mi godo bellamente un pò di ferie; dopo l’infausta esperienza dell’anno scorso al mare le italiche ferie le passiamo in Trentino.
Anni fa ero stato al rifugio Vederne con Matteo salendo dall’impossibile acciottolato del Cappuccetto Rosso, ed avevamo lasciato lì il Pavione, sullo sfondo ammiccante. Questa volta partendo dal Croce d’Aune dovrei provare a scendere dalla Bocca Pavione; fino al Rifugio Dalpiaz la salita è piacevolissima; una sterrata militare dalla pendenza costante, frequentata solo da passeggiatori; la gentile ragazza del rifugio mi dice che nel parco le bici sono vietate, e che ogni tanto ci sono i forestali. Non manifesta particolari perplessità riguardo alla mia idea di scendere dalla Bocca Pavione…. strano, di solito quando i sentieri sono fattibili gli escursionisti dicono sempre che sono impossibili…. e questa volta cosa mi attende???
Lasciato il rifugio proseguo per Malga Monsampiano; ad una svolta mi si apre il “Circolo glaciale”, così definito lo splendido anfiteatro dominato dai ghiaioni del Pavione: lo aggiro completamente e salgo alla Bocca Pavione pedalando sull’ultimo tratto di un sentiero abbastanza agevole ma costellato di letame; cerco di non perdere l’equilibrio per non mettere il piede a terra in mezzo ai liquami… il resto della bici ormai è appesantito da una poltiglia puzzolente. Guardo perplesso la discesa che si stende sotto di me fino alla Malga Agnelera, in lontananza sullo sfondo; chissà dove si passa: dopo un primo tratto pedalabile la verità viene a galla, e mi dovrò portare la bici a spalla per 500 metri in giù, che smacco!!!
Quasi quasi questa gita la metto nel settore “Alpinismo”….
Poco male, l’obiettivo di oggi era la traversata, però la discesa mi impegna non poco; nonstante pesi poco averla costantemente sulle spalle mi fa odiare la mia fedele bici; alcuni passaggi poi, alquanto banali, si rivelano difficili con 11 kg sulle spalle. I sassi sono tutti bagnati ed infatti su uno di questi cado malamente mollando la bici giù per il bosco…. mi accorgerò più tardi di aver storto il supporto cambio, incidente molto frequente.
A Malga Agnelera quasi benedico la strada forestale; faccio due chiacchere con il malgaro (altoatesino anche questo, la colonizzazione dei tedeschi come 500 anni fa!!!) che mi conferma esserci una strada che gira in Val Noana… e pensare che sulla carta appena comprata, che si fregia di “MTB touren” e di GPS waypoint, non figura nemmeno.
Al rifugio Vederne mi faccio fare un panino e mi godo un pò di riposo al sole fino a che una comitiva di turistoni in auto con il loro fastidioso vociare mi convince a rimettermi in viaggio; sono venuti a gustare l’ottima cucina del locale, sarà una costante di questi giorni: la gente che mangia a iosa nelle baite e nei rifugi….
Percorro un lungo traverso verso il rifugio Fonteghi alla testa del lago artificiale creato in Val Noana: strade larghe e comodamente percorribili attraversano pinete affollate di gente che fa pic-nic; qualche tratto di sentiero per accorciare il tutto ed uscire allo scoperto nei prati sopra al rifugio; arrivo che sono le una e trenta, e il piazzale è pieno di gente che si abbuffa con polenta e selvaggina……
Proseguo per un tratto che la mappa dice dovrebbe attraversare il torrente fino a Iner, sopra Transaqua; sono i posti percorsi dalla Rampikissima Marathon, che l’anno scorso ho giustamente evitato di fare preferendo il percorso breve. Ultime fatiche per attraversare il torrente su un residuo di ponte ed alcune faticose rampe mi portano ai masi di Iner; da qui facile discesa su asfalto verso Transaqua… sono arrivato!
Ora devo solo trovare un posto dove pulire la bici e poi dove farla riparare.
Rifugio Dalpiaz Pavione KML file
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