Nuove dinamiche di corsa Garmin: la tecnologia prende il sopravvento sul piacere di correre?
Giusto poco tempo fa avevo lodato l’essenza della corsa come sport naturale e istintivo in cui l’attrezzo (scarpa o abbigliamento) conta molto poco; ora invece eccomi qua a studiare il Garmin Fenix 3, o meglio, il nuovo software appena rilasciato, la versione 6.60, con nuove dinamiche di corsa Garmin che dovrebbero aiutare il podista medio a capirne di più. Si tratta della vertical ratio, ovvero il rapporto tra alzata e falcata (la prima era già presente), lunghezza passo (stride length) e soprattutto, bilanciamento tempo di contatto con il suolo destro – sinistro .
Se è infatti vero che in ognuno di noi sportivi c’è la voglia di ottenere di più dalla propria prestazione, quando l’allenamento non basta più (o semplicemente non si ha abbastanza costanza e abnegazione…) si cerca quel qualcosa in grado di dare una svolta ai risultati. Non è con questo intento che mi sono messo ad installare la release del firmware (a dire il vero si è installata da sola con quei cacchio di sistemi automatici), però ho voluto provare a capire se quella asimmetria che sento e che si manifesta a correre piano o in discesa abbia qualche fondamento oppure no.Per capirlo ci vuole un Garmin abilitato (Fenix 3 lo é come il FEnix 2, il 620, 630, a patto di avere la fascia cardio HRM-Run) ed impostato correttamente (anche specificando il polso su cui lo si porta)
Primo test: corsa in piano: 2 x 1000 e 3 x 2000.
Avevo in mente alcune ripetute, senza troppa voglia; dopo i primi due 1000, venuti bene perché in lievissima discesa ed a favore di vento, ero già stanco; per fortuna mi è venuto incontro Jacopo con il suo programma di ripetute sui 2000; così controvoglia e controvento, mi sono lasciato trascinare.
Ecco il risultato nella pagina di Garmin Connect e il dettaglio dei tempi:
In generale si può vedere che:
-il piede sinistro in generale è più lento; da tempo sento la caviglia sinistra più bloccata e meno elastica, probabilmente risente del vecchio infortunio ai legamenti laterali (rotti due su tre nel 2001)
-quando accelero (si vede abbastanza bene dal grafico) la falcata si allunga, l’oscillazione diminuisce (la corsa quindi risulta più efficacie) ed anche l’asimmetria diminuisce; non appena rallento l’asimmetria si fa più viva.
PS: sì lo so faccio poco riscaldamento ma sono abituato così.
Secondo test: variazioni libere su tempi 4′ 502 al km 4’002 al km.
Il giorno dopo in ciclabile a pranzo si incontra un sacco di gente; prima ho corso con Luca, poi con Alessandro, incrociando Daniel, Edo e di nuovo Jacopo in relax anche lui dopo le fatiche di ieri.
Qui l’attività di Garmin Connect ed i dati.
Si può notare anche in questo caso che:
-in genere il tempo di contatto con il suolo è sempre sbilanciato sul sinistro
-all’inizio anche se accelero ( escluso il primo i tre km dopo li ho fatti a 4′ 10″-4′ 05″ 4’08”) evidentemente sono ancora troppo freddo e la falcata ne risente
-comunque appena il passo scende subito si evidenzia nuovamente lo sbilanciamento
Adesso devo provarlo in salita vera ed in discesa, dove già so che spingo con il destro e mi appoggio sul sinistro, lo sento chiaramente.