E’ proprio un inverno bizzarro questo; si vaga per le valli in cerca di neve, andando a fare cime che solitamente si facevano in primavera inoltrata; la Cima Cece in {it:Lagorai} l’avevo fatta la prima volta nel 1998 assieme a mio fratello Gianmarco, una mattina di primavera ed era per noi il massimo dello scialpinismo; allora la strada era praticamente sgombra da neve ed eravamo arrivati fino a quasi la Malga Valmaggiore in auto senza problemi.
Ora vedere che la penuria di neve richiama da tutto il Trentino Alto Adige ed il Veneto un sacco di scialpinisti che si affollano con l’auto fin nel cuore della montagna lascia un pò perplessi, soprattutto pensando che in questo gioco al massacro ci siamo dentro anche noi. Al ponte della partenza fatichiamo a trovare parcheggio e scambiamo due chiacchere con due ragazzi di Belluno arrivati fin qui richiamati dai tanti siti di informazioni su dove trovare buona neve (o più che altro dove trovare neve di questi tempi!!) e on possiao far altro che pensare ai tanti km che anche noi facciamo per andare a sciare; ne vale davvero la pena? Appena mettiamo i piedi sulla neve la mente si sgombra da cattivi pensieri, ma una riflessione sul nostro andare in montagna ci accompagnerà per tutta la salita.
La via di salita è quella classica, passando per la Malga Valmaggiore e svoltando verso sinistra in prossimità della Forcella di Cece; la discesa invece è lungo un altro versante, da fare in condizioni sicure.