Sono anni che il mio vecchio amico di università, il Barba, mi dice di andarlo a trovare nella zona di Varese; adesso che ho la gravel nuova è tempo di visitare questi posti ceh, per la conformazione, per la presenza di laghi, sembra molto simile all’Alta Valsugana.
Partenza la mattina presto da Trento, con il regionale delle 6:10; ho scelto di andare in treno perché mi rilasso, non guido (sulla trafficatissima A$ poi, preda di stressanti pseudo uomini d’affari in perenne sfanalamento sulla corsia di sorpasso), vedo un po’ di umanità e soprattutto alla fine mi conviene: 23 euro con la bici. Il solo pedaggio mi sarebbe costato 34 euro!L’unico problema è che i regionali non sono prenotabili e quindi bisogna a volte fare i conti con il fenomeno del cicloturismo in rapida ascesa; nelle zone di pianura e molto abitate poi salgono a bordo, anche se per brevi tratti, un sacco di pendolari “diversamente italiani” con monopattini io bici skrause che limitano i posti a bordo. Per fortuna i capitreno sono sempre molto cortesi e disponibili.Ogni treno ha il suo modo per bloccare la bici.Alle 11 di mattina sono a Castronno, , a circa 13 km dalla casa del Barba; trovo alcuni percorsi gravel per arrivarci, anche perché subito uscito dalla stazione ho cominciato ad apprezzare la vicinanza degli automobilisti lombardi e la simpatia dei ciclisti (nessuno dei quali saluta).Comincio a far conoscenza con un territorio molto rurale, a dispetto dell’iindustrializzazione della provincia.Arrivo a Varano Borghi in 35 minuti; è un paese interamente costruito dalla famiglia dei Borghi che aveva un cotonificio nelle vicinanze. Questa è Villa Borghi, ora diventato albergo.Il Barba la mette subito giù dura: forte della sua full d’annata (pensavo avesse dietro la gravel, il primo dei suoi tranelli di questo lungo fine settimana) mi porta per stradine boscose molto sgarruppate inducendomi al piede a terra; devo far ricorso a tutta al mia bravura per tenere il passo in certi posti.Quando comincio a prenderci mano mi metto davanti a dettare i lritmo.Strade di campagna di un paesaggio molto rurale; rispetto al Trentino c’è pochissima gente in giro.Arriviamo al lago di VareseCanottaggio al lago di VareseReminiscenze di un passato fascista
Da qui il Barba propone la salita al Sacro Monte, terra di sfide dei ciclisti locali; ne incontriamo parecchi ma devo ammettere che salutano poco o nulla.
Vista su Varese dal parcheggio di Sacro MonteA Sacro Monte ci arriva anche la funicolare.Una sosta al belvedere del Sacro Monte; la vista spazia fino al lago Maggiore. I posti sono simili ai nostri, ma la cura è nettamente inferiore; si respira aria di una ricchezza borghese orami appassita: ville ottocentesche malandate, strade rovinate, muretti a secco crollati, guard-rail degli anni sessanta arrugginiti.Il Barba propone di arrivare fino a Forte OrinoForte Orino è poco più di un po’ di rovine; si sale a piedi dai borghi vicini perché è un posto con una vista da Milano, dal monte Rosa fino alla Svizzera. Oggi non siamo così fortunati.Lago di Varese, di Comabbio, di Monate e due innamorati.
DA qui in poi comincia un sentiero che il Barba mi propone “ciclabile al 90%”, ma in realtà è un percorso da freeride che percorriamo a piedi per circa 20 minuti; si tratta di un obbligo se vuoi concatenare dei giri; un po’ come nello scialpinismo ogni tanto devi scendere a compromessi per sciare tutte le pareti che vuoi, anche con la gravel devi scontare qualche scomodità per poi poter girare in posti come questi.
Chiudiamo sul lungolago di Varese con la ciclabile
Gran bel giro alla fine con ben 1700 metri di dislivello; il Barba ha provato a mettermi in difficoltà a tal punto che in alcuni momenti pensavo fosse stato meglio venire con la MTB. I percorsi sono molto maltenuti rispetto ai nostri, però il fondo è migliore.
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