La caviglia infortunata mercoledì non si è gonfiata per fortuna; la mattina dopo sono riuscito a tenere fede alla mia piccola protesta quotidiana contro i cambiamenti climatici e il caro prezzi dei carburanti andando al lavoro in bici. Ormai da un mese usiamo una sola auto a turno tra me e Giorgia: io vado in bici, lei a piedi; non male per chi lavora rispettivamente a 25 km dall’ufficio (io) e 12 (Giorgia).
Così lei è riuscita ad allenarsi per iscriversi alla maratonina di Vittorio Veneto, che insieme avevamo fatto nel lontano 2007. L’ho accompagnata in auto, col fedele Caddy a metano (con la UP elettrica non me la sono sentita di fare 280 km in un giorno, viste le medie richieste per poter arrivare in tempo) premiandolo con un lussuoso pasto a base di puro gas naturale compresso a ben 1,8 € al kg. Una figata, rispetto ai prezzi trovati lungo la strada che andavano dai 2,4 ai 2,9 €/kg.
Roba da ricchi viaggiare a metano ormai.
Io sono andato a farmi un giro in bici, sulle strade percorse in veste cicloturistica proprio con Giorgia e Bicio nel lontano 2005; allora ce l’eravamo goduta tra cantine e prosecchi, facendo però le nostre belle tappe. Oggi invece primavera fredda e ventosa, temperature mai sopra i 10° C; una bella tappa con 1700 metri di dislivello.
Ho fatto il Passo San Boldo, arcinoto per le sue gallerie in curva regolate da semafori, per approdare in luoghi del Veneto lontani dai grandi flussi turistici ed economici; i posti sono anche belli, di campagna e di montagna, peccato per i relitti degli immobili di un tempo che fu. Quasi una casa su due infatti è chiusa, sbarrata o decrepita; numerosi i ristoranti e alberghi chiusi, e pensare che volevo salire al Nevegal e non l’ho fatto per nubi minacciose, chissà cosa avrei trovato.
Anche il resto delle case peraltro è poco curato, sembra che qua il bonus facciate non sia proprio arrivato!
Capisco che da Trentino possa sembrare privilegiato agli occhi dei veneti (che peraltro come i vicini lombardi approfittano dei contributi per i comuni confinanti che vengono dal nostro bilancio…) ma un minimo di cura no? Inferriate divelte e arrugginite, porte e persiane scrostate, urbanistica alla ca…o e cartelli pubblicitari lungo le strade contraddistinguono il paesaggio veneto, ancor di più in queste zone povere. Povere poi, vogliamo parlare delle zone del Prosecco?
Tornando a parlare del giro in bici, dopo aver svalicato verso Trichiana e direttomi a Belluno, sferzato da un vento freddo ho girato verso l’Alpago; prima verso Farra (dove ho vinto il mio primo titolo italiano di Triathlon Cross nel 2017) e poi verso Tambre, la zona della Transcavallo Ski Alp (dove mi ricordo di aver battuto Reichegger e Denis Trento…. a ping pong!!). Questa parte della salita al Cansiglio è molto più dura rispetto a quella che sale da Fregona: oggi me la sono proprio guadagnata viste le temperature di poco sopra lo zero arrivato sull’altipiano.
Giorgia nel frattempo conclude in 1h 34′ la sua maratonina!
Al rientro festeggiamo cercando un’osteria veneta ungo la strada del Prosecco che ci porta fino a Valdobbiadene; alla quinta osteria finalmente troviamo posto (alla faccia della crisi!) in un bel locale con una terrazza sui colli coltivati a vigneto, veramente carino, e pure a buon mercato!