Dopo tre settimane di Olimpiadi viste in TV non potevo non ributtarmi a capofitto nell’agonismo. LA settimana scorsa avevo fatto un allenamento coi ragazzi e mi sembrava di avere un buon ritmo, e una bella gara XC mi mancava. Così mi sono iscritto, ben sapendo delle mia condizione precaria e delle mie ginocchia doloranti. Al via il podio era già scritto, col campione italiano della mia categoria e il minore dei ZampaBrothers, da quest’anno venuto a rompere le scatole nella categoria M4. La promessa era di dare battaglia ai piedi del podio, con gente dedita alla mountain bike ben più di me. Al via rimango in affanno in fondo al gruppo: scollino al giro di lancio con oltre 30 secondi di distacco già sul groppone; è vero che quest’anno non ho allenamenti specifici, però essere al gancio già ai primi 5 minuti di gara è veramente troppo. Sotto lo striscione ho ripassato il Tonezzer, da quest’anno maestro della nostra scuola MTB, l’Andreatta e riprendo il Sylvester Stallone delle MTB nostrana, Paolo. Giro dopo giro riprendo confidenza e recupero l’ultimo gradino del podio.
Non male alla fine, avevo un altro giro in saccoccia da sparare.
La scintilla è scoccata: l’agonismo è acceso.