Mai avrei pensato di inaugurare la stagione con il body da triathlon in una gara di Winter Triathlon!
Invece il solito pazzo inverno (non lamentiamoci che, siccità preoccupante a parte, almeno quest’anno si scia sulla poca neve naturale!) non finisce di stupirci: fa una settimana di super freddo e poi super caldo; e oggi a Campolongo, a 1400 metri di quota, faceva veramente caldo!
Gli organizzatori, dopo le gare di Duahlon di sabato hanno anticipato la nostra partenza alle 12, un’ora prima; purtroppo il percorso bike era quello più al sole e ne ha risentito, rivelandosi particolarmente impegnativo in salita e in discesa.
Veniamo alla fredda (!) cronaca: al via finalmente siamo un bel gruppetto: dopo la gara di Campiglio e la Marcialonga si presentano Paolino, Faes, il mittico Zambo ed Elisabetta, con speranze di podio. Dopo una prova del percorso di corsa sento le vampate salirmi alle tempie e opto per il body invece che per la divisa invernale; lascio ai box anche guanti e fascia per la testa.
Poco prima del via solito brivido: il pneumatico anteriore un po’ sgonfio mi fa preoccupare; con un rapido controllo verifico che ho ancora il vermicello inserito ma non perde; per precauzione mi aggancio una bomboletta di gonfiagomme alla borraccia e incrociando le dita vado in zona cambio.
Partenza con il botto, sto già sudando nonostante un ultimo cambio canottiera prima del via ma sento ancora molto caldo; speriamo nella corsa di non aver problemi; il percorso di corsa (6km con 160 m D+) è proprio duro; davanti a me vedo Manara che mena come un fabbro, dietro al giro di boa vedo Paolino che stranamente non mi raggiunge (probabilmente la tendinite che si è ripresentata lo tiene in guardia).
Al cambio fatico un po’ a uscire dalla zona particolarmente stretta (unica nota negativa dell’organizzazione) e poi mi accodo a Manara; cerco di sorpassarlo di slancio sulla prima salita mentre lui scende a spingere ma la ruota slitta e finisco a terra come una sacco di patate in un baleno, scivolando indietro, che figura! Rimonto in sella e non sarà l’ultima volta: la neve al sole è proprio sciolta e si fa fatica in salita ma anche in discesa, dove si fa equilibrismo per rimanere in piedi. Comincio comunque a recuperare ma mi raggiunge il numero 94, con cui insceno una serie di sorpassi e contro sorpassi con l’unico risultato di affaticarci a vicenda; entro in zona cambio davanti ma la sua transizione è più veloce della mia e lo trovo davanti a 50 metri; pur con tutto l’impegno non ho gambe per accelerare con gli sci, e mi accontento di finire. Mi impressiona la prima donna, una fortissima Mairhofer che mi sorpassa sull’ultima salita di slancio, mentre io armeggio con le gambe in fiamme per lo sforzo.
Alla fine 16esimo assoluto e 3° di categoria M3; il famigerato numero 94 era proprio della mia categoria a soli 30″ davanti; il primo invece imprendibile, troppo forte in tutte le discipline. I campioni italiani M2 e M1 sono nettamente dietro: diciamo che mi sono battuto nella categoria master più forte!
Alla fine il tanto bistrattato Winter Triathlon si è rivelato una sfida divertente, condizionata però dalle temperature; sarebbe bastato invertire i percorsi per avere una gara regolare, anche se alla fine le difficoltà le hanno avute tutti; i percorsi erano ben tracciati e duri al punto giusto, degni di un campionato italiano: distanze brevi come a Campiglio oppure ai mondiali non sono divertenti, troppo brevi e frenetiche.