Se trovo ancora chi dice che a Trento non c’è nulla, che è meglio vivere nelle grandi città….grrr…….
Vabbé, bando all’astio, dopo una serata come quella di ieri, organizzata dal Museo Tridentino Scienze Naturali, mi sento sereno, anche se i due illustri scienziati presenti, Barbujani e Pievani, abbiano tracciato tinte fosche ed amare sul futuro dell’umanità..
Mi sento sereno e piacevolmente “affabulato” dai due, sapientemente “dissacrati” dal quel burlone di Patrizio Roversi, che, in un Teatro Sociale non proprio pieno, ha saputo mantenere viva l’attenzione con la sua capacità di riportare sulla terra le speculazioni filososfiche a volte un pò complicate dei due.
Barbujani sembra più avezzo al dibattito scientifico: rilassato,quasi sdraiato sulla sedia, come fosse sul divano di casa, affronta il pubblico a viso aperto con una chiarezza di immagini evocative sorprendenti; riesce a tracciare la storia dell’evoluzione dell’uomo con tre o quattro semplici parole che lasciano stupefatti il pubblico presente, i quale si domanda quasi:”E’ tutto qua allora, era così semplice?”. Muove le mani in aria freneticamente, le giunge al pettto spesso come un curato di campagna, le lunghe dita unite a formare figure geometriche semrpe nuove. Alla mia domanda risponde esauriente, rivolgendosi a me che pure ho parlato dalla seconda file di palchi.
Pievani è più discreto, quasi intimidito dalla popolarità datagli dalla trasmissione “Evoluti per caso”; è più composto sulla sedia, più nervoso quasi, e si rivolge principalmente a Roversi, come fosse un figlio da educare.
Ecco due o tre cose che credo di aver capito:
- Le razze non esistono, sono una invenzione dei genetisti ormai superata; sono studiate da 250 anni ormai ma nessuna catalogazione è uguale ad un’altra; cosa già anticipata da Darwin (ed in questo sta anche la sua modernità secondo Barbujani) ed ancora più valida oggi; ovvero non esiste una caratteristica genetica tipica di una zona, di una popolazione, ancor più di una specie come quella umana che ha continui interscambi e che non può essere confinata in una zona ben definita.
Vedere il libro di Barbujani “L’invenzione delle razze” - Si ha evoluzione quando la natura impone dei cambiamenti genetici in un gruppo che poi non si riscontrano più in una polazione da cui questo gruppo proviene; questo non coincide con una nuova specie, che si ha solo quando due gruppi non posson procreare tra di loro, o meglio: possono porcreare ma generano specie non fertili (es:il mulo)
- La cosa che differenzia la specie umana dai suoi antenati è la capacità di utilizzare uno strumento per creare un altro strumento; fino ad utilizzare uno strumento per degli scopi (ad esempio un bastoncino da infilare in un formicaio per estrarre delle formiche di cui cibarsi) anche scimpanzé lo possono fare.
- Non si vedono possibilità di evoluzione della specie umana per le prossime centinaia di anni per l’impossibilità d ieventi che possano dare luogo a modificazioni; conquista della Luna o di Marte, catasftrofi naturali a parte ovviamente
- La specie umana è l’unica che ha la capacità non solo di adattarsi, ma anche di influenzare il proprio futuro. In questo senso Barbujani sostiene che decisive saranno le scelte politiche e sociali che verranno fatte in futuro.
Mi hanno fatto venir voglia di leggere di più, novità a breve.