Fuoriclasse, ovvero il segreto del successo o più prosaicamente di far succedere le cose.
Se fin d’ora abbiamo sempre creduto che fosse una combinazione di talento e determinazione questo libro ci narra di come siamo altrettanto importanti altri aspetti non marginali della propria vita: l’ambiente in cui cresciamo, gli stimoli della famiglia, il momento storico e qualche colpo di fortuna.
All’inizio ci vengono presentati alcuni esempi di personaggi famosi e meno famosi, mettendo in risalto come il talento da solo non basti. Poi il libro spazia su argomenti di carattere più ampio quali le caratteristiche dei popoli asiatici a confronto con quelli occidentali, perdendo di efficacia e diventando più complicato e meno appassionante.
Del resto si sa che le vite dei singoli sono più avvincenti.
Un paio di cose però mi sono rimaste in mente:
-comunque ci vuole un certo esercizio stimato in circa 10.000 ore; lo stesso metodo che ha porta Mikaela Shriffin a primeggiare nello slalom;
-non serve un QI esagerato: un 100 può essere una buona base per un premio Nobel; Einstein aveva 150, ma ci sono persone non altrettanto di successo che hanno 200;
-un conto è il pensiero convergente, quello che serve per dare una risposta esatta, un conto è il pensiero divergente che da un dato di fatto ti permette di inventare: questo è quello che ci vuole nel mondo moderno dove non dobbiamo spiegare i fenomeni atmosferici ma dobbiamo trovare soluzioni a partire da ciò che abbiamo
-i popoli più stimolati tendono meglio; le tribù centrafricane non oziano, semplicemente vivono di quello che raccolgono e non hanno bisogno di coltivare la terra; i popoli alpini sono molto più laboriosi;
Da leggere.
Ps: ho utilizzato la MLOL render ed è meglio del Kindle! Così ho il libro sempre con me e posso leggere nei ritagli di tempo.