Questo film mi era sfuggito l’anno scorso, in occasione della sua uscita, e d ora non me lo sono fatto scappare, complice la sempre prodiga Biblioteca di Vigolo.
Mi aveva incuriosito il drammatico errore di traduzione che anche in italiano e specialmente nel DVD appare in tutta la sua ignorante farsa; gli assalitori ed assassini della madre non sono musulmani, anzi sono indù contro i musulmani di cui la famiglia di Jamal fa parte; ne è la prova il fatto che il fratello Salim prima di andare a svolgere il suo sporco mestiere si inginocchi per pregare come fanno i musulmani. Il fatto che prima di morire dica “Dio è grande” in vece che “Allah è grande” fa pensare ceh l’errore sia proprio voluto.
Veementi proteste avevano accompagnato l’uscita del film nelle sale italiane, confermando come nel nostro paese l’informazione sia sottoposta ad un processo di revisione continuo per piacere ad altri interessi.
Il film comunque è veramente coinvolgente; nelle musiche moderne che si fondono nelle sceneggiature oniriche dettate dai tre tempi della stessa storia che scorrono paralleli; si rivede la frenesia e la poesia di Trainspotting, altro film del regista che mi aveva lasciato spossato all’epoca per la forza delle immagini.
Due passati ed un presente si rincorrono creando il perché di una storia e catapultandoci alla scena finale
L’India, la più grande democrazia del mondo dove convivono miseria e povertà, inglese e mille dialetti, tecnologia e latrine, fa da sfondo ad una vera e propria storia d’amore che, anche se
romanzata, risulta la spina dorsale del racconto; l’Amore puro e limpido di Jamal che nessuno di noi sarebbe in grado di provare…ma per questo appunto servono i film.
Unica caduta di stile il balletto finale in puro stile Bollywood…ma il produttore ha probabilmente voluto il suo tornaconto.
Semplicemente da vedere.