Si ride parecchio, ma sguaiatamente, senza intelligenza.
Si ride dell’assurdo, ridicolizzando certi miti adolescenziali continuamente richiamati come quello dello Jedi.
Peccato però che lo sfondo sia una delle più grosse tragedie del nuovo millennio (e siamo solo all’inizio…), quella guerra in Iraq che ancora non è finita; la critica feroce al mito americano dell’esportazione della domocrazia, alle tragedie legate ai contractors, alle teorie dell’esercito statunitense, il ridicolizzare gli hippies ed anche i rapimenti in Medio Oriente lasciano l’amaro in bocca.
Scherzare si può (io sono il primo a farlo) però su certi drammi di cui non solo è difficile la soluzione ma anche l’interpretazione stessa, tale almeno per avere un pò di obiettività, mi sembra esagerato.
Il film è scenegggiato bene, corre via leggero nella sua trama, con gli attori che rifanno i personaggi per cui sono più vivi nell’immaginario collettivo; Jeff Bridges de “Il grande Lebowsky“, Kevin Spacey de “I soliti sospetti“.
Ci si aspetta un finale rivelatore, qualcosa che dica che sia un nuovo esercito, sia un nuovo mondo sia possibile, ed invece si ricapita nel ridicolo con un finale all’LSD.
Un filmetto insomma.