Ahi, Ahi!
Fa male a noi ragazzotti irrequieti vedere certi film….noi che non troviamo ancora posto nel mondo, noi che facciamo fatica a relazionarci con i “piuttosto che” e con i “quant’altro”, noi che non amiamo i gipponi parcheggiate fuori dai locali dell’aperitivo.
Ci vengono le crisi no? E se forse fosse possibile? E se forse non fossi io sbagliato ma tutti gli altri? E se tutte le cose che ho le avessi solo per perderle?
I’m more afraid of living
than I am scared to die
I’m more afraid of falling
than I am of flying high
Diceva quel demonio di Ben Harper in Glory and Consequence, uno dei suoi più bei pezzi.
A suo tempo questo libro di Krakauer, giornalista e scrittore neozelandese più noto per Aria Sottile, mi aveva entusiasmato; non tanto per la storia, peraltro vera, del protagonista quanto per la ricostruzione investigativa del cammino seguito dal giovane McCandles in lungo ed in largo per l’America.
Una America ai margini, sconosciuta, fatta di persone semplici con un mondo di cose dentro, di umili e gran lavoratori, di persone scappate dal Sogno Americano per rifugiarsi in comunità hippie in mezzo al deserto; in mezzo a questi sfollati dalla vita il giovane McCandles si trasforma in Alex SuperTramp e rinasce piano piano in una persona nuova, lasciandosi alle spalle quel mondo di finzioni e denaro in cui i genitori lo avevano precipitato. Cosa c’è di strano in questo? Chissà quanti ragazotti sbandati ci sono in America ed in tutte le società evolute; chi finisce preda della droga, chi va in Alaska a cercare il suo io; i posti visitati dal giovane McCandles sono pieni di gente come lui, che va a perdersi per poi ritrovarsi; ricordate Grizzly Man, bellissimo documentario visto al Film Festival nel 2006?
Cosa ha di speciale allora Alex Supertramp, tanto da suscitare nelle persone che incontra un affetto spontaneo e sincero, un desiderio di protezione? Cosa nascondono i suoi occhi, il suo sguardo sognante? Cosa troverà alla fine del suo soggiorno in Alaska? Seguirete il suo peregrinare per scoprirlo, in un viaggio condito dalla voce possente del cantante dei Perl Jam sullo sfondo di paesaggi incredibili.
Un consiglio: leggete anche il libro; Krakauer è pur sempre un ottimo narratore.