Andare in Alto Adige è molto cool.
Qualsiasi posto visiti lo puoi portare come trofeo all’occhiello della tua giacca per la pausa caffé del lunedì mattina.
E’ il jolly da giocare con il collega: discese in slitta, ciaspole, scialpinismo, wanderung in genere o torgeelen autunnale.
Non puoi sbagliare, successo garantito.
Eppure basterebbe così poco: un pò di inventiva, una lettura attenta del tanto vituperato giornale locale (perché leggere – o far finta di – il Corriere o il Sole 24 ore è altrettanto cool), qualche occhiata alle cronache locali per sapere cosa succede in città, ma non solo.
Ad un tiro di schioppo, o meglio, ad una corsa di Trento Malé possiamo arrivare ai piedi dell’altopiano della Predaia, partendo dal paese di Taio; di qui con la vecchia provinciale (o in mezzo ai pomari come da traccia) verso Castel Bragher, poi Coredo, i suoi laghetti, discesa verso San Romedio e risalita della belllissim valletta del Rio Verdes fino ai sette Larici; qui per esigenze di tempo (concerto in quota di Raphael Gualazzi al rifugio ai todesci) continuo su asfalto fino al Sores Park dove taglio per un sentiero un pò incasinato.
Discesa sfruttando il percorso della Predaia Superbike e poi rientro a Taio.
Castelli, frutteti, boschi, rifugi; tutto questo senza andare in Alto Adige.