E’ con un pò di apprensione che mi presento al via della mia prima gara lunga di corsa; non ho esperienza sui 21 km, ho fatto una sola volta i 20 rimediando solo un gran mal di gambe; l’ultima volta li ho provati con Lucio ed i fratelli Baransen questa primavera in un girno inaspettatamente caldo; da inesperto mi sono presentato al via con scarpe nuove, appena comprate (le altre erano proprio alla frutta), maglietta troppo calda (a correre ci si scalda subito, è incredibile) e sono partito subito di gran carriera, sfoggiando sicurezza; se non che al 17esimo mi era tornato il male alla chiappa che mi affliggeva da tutto l’inverno, dovendo poi mollare, e con esso il tentativo (poi portata a termine eccellentemente dai tre) della maratona di Padova.
Oltre a Baransen jr, alla gara ci sono i miei due fratelli e mio padre. ormai avezzo a gare del genere; come al solito mi sono vestito troppo, ma all’ombra fa veramente un gran freddo (siamo pur sempre al 13 novembre) ed ho troppo paura di strapparmi per il freddo; abbiamo fatto un pò di riscaldamento e così in partenza siamo in coda ad un gruppone di circa 2000 persone che si farà strada per le vie di Arco.
Pronti? Via! Auguro in bocca al lupo ai colleghi e via, a fare slalom tra la gente; il pericolo all’inizio è di urtare qualcuno nei sorpassi, ma il tentativo di farla veloce esige che non si perda troppo tempo all’inizio; trovo mio padre dopo un km, mio fratello dopo 3, ma come hanno fatto ad essere già qui???? Baransen mi passa sulla sinistra; ha un passo superiore, e per km e km lo avrò avanti come un faro; all’ottavo km, quando si gira verso sud di nuovo trovo Ciccio, l’amico di mio fratello; anche lui mi stupisce; mi sembra di andare bene, ma evidentemente tutti stanno correndo agilmente e sono partiti bene.
Verso sud si viaggia bene, c’è un bel sole a riscaldare le gambe e c’è pure un bel venticello da nord che spinge nella schiena; faccio due chiacchere tra i presenti per individuare dei possibili compagni; stiamo viaggiando bene, sui 4′ al km come volevo, anche se guardando il cardio sono un pò troppo vicino alla soglia.
Arrivati a torbole annuso profumo di tempone, faccio un cenno al tipo con cui corro da una decina di minuti e gli dico: “Dai che andiamo a prendere quelli!” alludendo a due gruppi che si vedono in lontananza; quello accellera e mi sfianca le gambe, lo sapevo che dovevo stare zitto……assorbo il colpo e cerco di riacquistare il mio ritmo, lentamente, anche se adesso sul lungolago occorrre continuamente rilanciare per curve, cambi di pendenza e slalom.
Siamo ora sulla ciclabile a sbalzo sul lago che brilla nel sole del mattino; mancano tre km e sto trascinando le gambe, i piedi non corrono più rotondi come prima; entrando a Riva del Garda recupero forze e trovo il tempo di sprintare con una ragazza che mi aveva ripreso l’ultimo km, scomposto come sempre, muovo più le braccia che le gambe, ma ho il tempo di fare un applauso a me e a lei.
Concludo in 1h 26′ 05”, felice come non mai per avere centrato l’obiettivo; Baransen fissa il tempo su un ottimo 1h 23′ 00”, mio fratello Gianmarco a 1h 35′, poi Alberto a 1h 49′, mio padre (70 primavere…) a 1h 51′.