Alla sua 105esima edizione il Giro d’Italia finalmente arriva sul Menador, la Kaiserjaegerstrasse che scende dall’altipiano di Lavarone verso Caldonazzo. Strada già snaturata (o messa in sicurezza se la guardiamo dall’altra parte) 25 anni fa e ora oggetto di un profonda manutenzione che potrebbe modificare il bellissimo percorso per renderlo più fludio per il traffico.
Ero indeciso se andare vedere la tappa, poi invece mi ha convinto il mitico Comai, orami diventato un frequentatore da turista lombardo dell’altipiano.
E’ sempre una bella festa il Giro.
Aspettando il passaggio di Nibali, volente o nolente il miglior italiano degli ultimi 10 anni, un vicentino mi fa: “A Vincenso bison corerghe dreo a farghe ‘l tifo! Sposa tegnime la giaca!” e via a incitarlo.
Impressionante il ritmo dei primi ma anche degli inseguitori. Poi ci siamo infilati nel percorso fino a Lavarone, seguendo i ciclisti “bolliti” intenti solo a restare nel tempo massimo. Ci siamo accodati anche a Ciccone e Cataldo stava pedalando tranquillamente chiacchierando; devo dire che in mtb riuscivo anche a tenere il loro passo.